sabato 19 agosto 2017

Top ten dei regali per bebè: dieci doni utili per i neo genitori e i neonatii

Top ten dei regali per bebè 

In occasione della nascita di un bambino (o di due gemelli), parenti e amici hanno spesso piacere di offrire un dono ai neo genitori ed ai nuovi arrivati.
Solo che non è sempre semplice capire cosa regalare.
Scartando l'idea della lista nascita, che non rientra nelle tradizioni del luogo in cui vivo e non mi piace, poiché mi sembra una pretesa eccessiva e limitante verso persone che devono sentirsi libere di decidere se (non è assolutamente un obbligo!) e cosa donare, ecco la mia top ten dei doni più graditi ed utili, ovviamente sulla base della mia esperienza personale e tenendo presente che gusti e necessità possono divergere anche molto da famiglia a famiglia.
Dunque, in ordine sparso: 

1- "Torta di pannolini”



 Dopo il primo figlio, vince secondo me il podio nella classifica dei regali più utili, arricchita o meno da uno più “accessori” o giochi (bavaglini, ciucci, biberon, sonagli, carillon, giochini per il bagnetto ecc.).
In genere, infatti, l’essenziale è già stato acquistato da genitori e parenti prossimi o recuperato da garages e cantine per i secondogeniti.
I pannolini, invece, servono sempre e non sono mai abbastanza!
In più, se si vuole donare anche un oggetto che duri più a lungo, si può scegliere un modello con meno pannolini e più accessori.
Tra l’altro le torte vendute nei negozi per la prima infanzia hanno prezzi variabili, da adattare al proprio budget, e sono bellissime esteticamente.
Nulla vieta, infine, di confezionarne una a casa, armandosi di un po’ di pazienza e tanta volontà!
Occhio solo alla taglia dei pannolini scelti: informatevi sul peso del neonato nei giorni appena precedenti l’acquisto oppure acquistate una taglia più grande di quella teoricamente adatta alle settimane di vita del piccolo.
Sarete così sicuri che i pannolini verranno utilizzati.

2- Bodies e vestitini

Anche in questo caso, bisogna prestare attenzione alle taglie ed alla stagione e, pur trattandosi di un regalo sempre utile (nonchè bello, visto che ci si può davvero sbizzarrire con fantasie e colori), a mio parere è perfetto soprattutto per i primogeniti o per i figli successivi di sesso diverso dai precedenti, altrimenti rischia di essere meno sfruttato.
In alternativa, con un occhio alle stagioni, acquistate capì più grandi, da usare più avanti: in questo modo, la mamma vi ringrazierà!

3- Asciugamani per il bagnetto del neonato 
(con il classico triangolo da un lato per la testolina) o piccoli accappatoi. 
Non bastano mai e, soprattutto gli asciugamani si usano sempre, per anni ed in molti modi (copri sdrietta, copri fasciatoio o passeggino, salviette per le mani ed il viso, asciugamano per la scuola ecc.), visto quanto si sporcano i bambini piccoli, neonati o meno!


4- Bavaglini
Non sono certamente tra i doni più gettonati, forse perché sembrano un regalo “povero” ed invece sono utilissimi sempre, perché non se ne ha mai abbastanza.
Inoltre, se ne trovano di tutte le dimensioni, disegni e colori.
Se poi siete amanti del ricamo, potete personalizzarli: saranno ancora più graditi dai genitori attenti!

5- Olio, latte detergente, crema per il viso, salviette, crema per il pannolino, detergente per il bagnetto.
In questo caso l’unica accortezza è informarsi di eventuali preferenze di marca, tipologia o allergie di genitori o bambini.
Infatti non a tutti piacciono gli stessi prodotti e conosco mamme (non io) che usano solo acqua e detergente per la pulizia ad ogni cambio pannolino, preferendo evitare qualunque salvietta, olio o latte detergente.
Male che vada, comunque, li useranno gli altri membri della famiglia!

6- Copertine
 Di cotone, lana, microfibra. Servono, soprattutto se abitate in luoghi freddi per molti mesi all’anno, però se non si tratta di un primo figlio, meglio non esagerare, visto che occupano spazio negli armadi e non si consumano, dunque i secondogeniti ne avranno già a disposizione.

7- Doudou

Per me, sono la salvezza, al pari del ciuccio, soprattutto dopo i primi mesi, nei momenti di distacco da mamma e papà, per l’ingresso la nido o la permanenza da nonni e baby setter, quali oggetti transizionali.
E poi, volete mettere la loro bellezza e tenerezza?!?

8- Album del neonato


Per una amante delle foto come me, è immancabile. 
Credo comunque che possa piacere a tutte le mamme (e ai papà), anche perché certi ricordi, se non vengono immediatamente fermati e registrati, tendono a sbiadire con il tempo. Inoltre ce ne sono di veramente carini e potranno essere sfogliati da genitori e figli, a differenza delle foto digitali e dei diari online, quando i piccoli saranno cresciuti, ricordando momenti preziosi trascorsi insieme e i traguardi che commuovono le mamme di tutto il mondo!
Io me lo sono comprato da sola, sia per il ricciolino che per i gemelli (per i quali, per la verità, ho trovato solo due modelli) e sono molto soddisfatta del mio acquisto!

9- Sdraietta


È un regalo di sicura utilità, pur se economicamente più impegnativo. Si trovano comunque anche modelli semplici e leggeri, peraltro comodissimi, a costi molto contenuti. 
A noi ne hanno regalate due, una alla nascita del ricciolino, usata sino verso i nove mesi ed una, da un'amica lungimirante, alla nascita dei gemelli. Le sto usando moltissimo entrambe, avendo due neonati!!!
Prima dell’acquisto, però, informatevi presso genitori o amici comuni: a meno che non abbiano due gemelli, è meglio non regalarla se ne hanno già una, poiché si tratta di un oggetto comunque ingombrante, a meno che non pensiate possa servire per la casa dei nonni!
Lo stesso consiglio vale per il prossimo suggerimento di dono.

10- Sterilizzatore
A me è giunto in prestito e, sinceramente, prima di utilizzarlo non pensavo fosse utile.
Con il ricciolino avevo usato il classico sistema della bollitura per dieci minuti,
pero' era inverno, dunque faceva freddo e, soprattutto, iera un solo bimbo!
Con i gemelli ed il caldo di questa estate, mi sono resa conto in fretta che avere costantemente un calderone bollente in cucina era tutt’altro che una situazione ideale, dunque stavo valutando l’acquisto di uno sterilizzatore elettrico da sei biberon.
Poi è arrivato il prestito e …mi ci trovo benissimo!
In commercio esistono vari modelli, elettrici e a microonde (attenti però alle dimensioni, affinché entri in quello dei destinatari) e di vari prezzi.
Potrete così facilitare la vita delle mamme che non allattano o usano l’allattamento misto, nonché di papà, nonni ecc. !!!
Tra l’altro, lo sterilizzatore evita anche un’altro inconveniente: l’accumulo di calcare sul biberon, la tettarella e la ghiera, che si verifica con le bolliture quando l’acqua dell’acquedotto locale è molto calcarea.
Basterà lavare accuratamente la vaschetta dello sterilizzatore una volta al giorno e/o usare acqua distillata.

11- Libri
(Lo so, ho scritto "top ten" ma..solo perchè era un titolo piu' accattivamente)
Libri di stoffa, tattili, cartonati o in plastica per il bagnetto, da passeggino ecc.
Oppure una bella raccolte di fiabe.
Non è mai troppo presto per incominciare a leggere una storia ai bambini e lasciare che prendano confidenza con i libri!

E per la mamma? 
In fondo, è lei che ha fatto e fare il grosso del lavoro i primi mesi e dunque un dono lo merita di certo!
Quale? A breve su questo blog.

martedì 8 agosto 2017

Giochi di carte e da viaggio per bambini

Negli ultimi due anni, da quando il ricciolino ha imparato a distinguere 
i numeri e le lettere, in famiglia abbiamo iniziato a usare diversi giochi da tavolo, soprattutto di carte, portandoli anche in viaggio e nelle gite ed uscite fuori porta.



Hanno il vantaggio di coinvolgere piacevolmente anche noi adulti (non so voi, ma io mi annoio in fretta a giocare alle macchinine o ai travestimenti), sono perfetti per una pausa calmante, in alternativa al sonnellino, nonché per ingannare le attese, al ristorante, in coda dal medico, sotto l’ombrellone…
E poi il formato li rende comodi da portare in giro ed in viaggio!

Se poi fa brutto tempo ed i bambini, fratelli, cugini o amici, sono più d’uno, i giochi di carte e quelli da tavolo in formato “pocket”, hanno il pregio di riuscire nel difficile obiettivo di far giocare insieme persone di età diverse.

Alcuni, poi, sono un ottimo ausilio per l’apprendimento delle operazioni matematiche e della logica, per sviluppare la memoria e…pensare le prime strategie!

Ecco allora i nostri preferiti del momento, alcuni acquistati ad hoc, altri gradito regalo.

I “moderni”

MISTIGRI

Indicati dai 4 ai 7 anni, è il primo gioco della Djeco arrivato in casa nostra.
Ora ne abbiamo altri due, entrambi divertenti e molti altri ne abbiamo regalarti. Piacciono a tutti, la qualità delle immagini ed i colori sono ottimi ed il costo è contenuto: è dunque anche un’ottima idea regalo.
Questo gioco, in particolare, è semplicissimo e divertente: si tratta di formare coppie di carte “pescando” da quelle che hanno in mano gli altri giocatori, evitando il “gatto”, carta spaiata che fa perdere il giocatore che se la ritrova in mano quando termina il gioco.
Esiste anche la versione con le figure fosforescenti che si illuminano al buio.

PIRATATAK


Acquistato come dono per il ricciolino alla nascita dei gemellini, ci piace per il tema piratesco: ci sono infatti carte cannone, carte dobloni d’oro, carte pirata e le carte vascello, in quattro colori diversi.
Scopo del gioco è infatti costruire il proprio galeone, che si compone di sei carte vascello del colore assegnato al giocatore.
Per farlo, si possono comprare i pezzi dagli altri giocatori pagando in dobloni o sperare nella fortuna pescando dal mazzo sul tavolo.
Attenzione però: se si pesca un pirata, si salva la vita con carte vascello e carte dobloni, a meno di possedere un cannone per neutralizzare il pirata!
Le istruzioni consigliano un’eta dai 5 ai 99 anni.

ZANIMATCH

Stessa età consigliata per questo gioco incentrato sulla capacità di osservazione e la prontezza di riflessi.
Pochissime regole e semplicissime, allena lo sguardo e l’attenzione e, volendo, insegna il nome corretto delle specie animali raffigurate, opportunamente indicati in un’apposita carta, disponibile in diverse lingue.




KLONG BOING AUTSCH !

Gioco della Haba, è più divertente se si gioca in tre o quattro, anziché in due e richiede una certa mobilità, oltre che velocità e prontezza.
Tra tutti, è però anche quello che ci fa discutere di più!
Si tratta di comporre una torre con elefante, panda e geco dello stesso colore il più in fretta possibile, pescando dalle carte coperte sparpagliate sul tavolo, per accaparrarsi la noce di cocco del colore corrispondente e vincere punti.
Occhio alla tigre, però!





DUMMY

Gioco della Dal Negro, come Solo, e regalo dell’Epifania 2017.
È una sorta di “ruba mazzetto” rivisitato, perfetto per imparare a contare divertendosi, dal momento che, giocando da una a tre carte per turno, bisogna accaparrarsi le file di carta in tavola, prima che lo facciano gli avversari!
Ogni fila è composta da un numero di carte corrispondente a quello sopra indicato (da 3 a 7) e vince chi al termine del gioco ha un mazzetto personale più alto degli altri.
Veloce e adatto a ogni età, purché si riconoscano i numeri, è uno dei miei preferiti.


 I classici intramontabili

DOMINO

Chi non ne ha uno, in casa?
Noi ne abbiamo una versione  da “adulti” classica e due “per bambini”, entrambi in legno.
Uno con più tessere, degli animali della foresta ed un più piccolino e contenuto in una pratica scatolina, colorato e dai disegnino accattivanti.
L’ho acquistato alla vigilia della nostra prima vacanza in campeggio, quando il ricciolino aveva due anni e lo usiamo da allora.

DAMA e TRIA

In versione “tascabile” (io ne ho anche una magnetica, con la base piatta, davvero pratica da portarsi in giro ma con i pezzi troppi piccoli per i bimbi, che tendono a perderli), naturalmente.
Il ricciolino ha imparato a giocarci questa primavera e qualche volta facciamo dei tornei serali a tre.
Le regole non sono semplicissime da apprendere ma il gioco è stimolante e di solito piace a tutti, bambini ed adulti di ogni età!

SOLO o UNO

Sono solo leggermente diversi ma il principio e le regole del gioco sono 
pressoché  identiche.
Noi li abbiamo entrambi, retaggio dell’adolescenza e, fino ad ora, non ho mai conosciuto alcun coetaneo mio o ragazzino che non sapesse giocarci.
Anche per il ricciolino e le sue cuginette, apprendere le regole è stato un gioco da ragazzi.

Spiderman ed il “gioco della famiglia”

Abbiamo trovato queste carte nell’uovo di Pasqua ed, in pratica, sono una versione semplificata di UNO, senza le carte di “inverti il turno”, “scegli colore” e “pesca due o più carte”.
Inutile dire che, visti i personaggi rappresentati, al ricciolino ed ai suoi amici piace moltissimo.

E voi, che giochi di carte preferite? Li usate con i vostri bimbi? Avete altri consigli di giochi “da viaggio” o da tavolo in formato pocket?



sabato 5 agosto 2017

Le letture di Mamma Avvocato: Il caso Fitzegerald

“Il caso Fitzgerald” di John Grisham
Ed. Mondadori, giugno 2017, pag. 273

Grisham è una certezza, per me.
Amo i suoi legal thriller, a partire dagli indimenticabili “Il Cliente” ed “Il socio”, però ho apprezzato anche i romanzi ambientati lontano dalle aule di tribunale, come “La casa dipinta” ed il primo libro della serie dedicata ai ragazzi.
Per questo motivo, quando vedo un suo nuovo scritto, non me lo lascio sfuggire.


Questa volta la storia, estranea all’ambito giudiziario,  ruota intorno ad un clamoroso furto di manoscritti ed al commercio delle prime edizioni autografate di famosi scrittori americani e vede coinvolti una giovane scrittrice a corto di ispirazione, cinque ladri professionisti, un libraio affascinante dalla morale discutibile, con la moglie parigina e una scaltra investigatrice, in un romanzo dallo stile asciutto ed incalzante tipico di Grisham che si legge piacevolmente e che certamente non annoia, ambientato sulle rive dell’oceano, in una comunità di artisti della penna stravagante e variegata.
Non manca uno sguardo acuto ed ironico verso l’editoria, i gusti del pubblico  e le strategie commerciali, che non sempre premiano i “buoni” scrittori.
Per gli amanti della suspense e/o del mondo dell’editoria e/o di questo autore.

È questo il mio consiglio di lettura per il venerdì del libro di Paola, anche se…è già sabato!


martedì 1 agosto 2017

Un mese con i gemelli

Il 25.07.2017 era la mia DPP, anche se ginecologi ed ostetriche mi avevano spiegato che i gemelli si considerano a termine alla 37esima settimana e dunque avrei dovuto considerare come DPP il 4.07.2017.
Invece a 35+3 mi hanno indotto il parto.



Così i miei bimbi sono nati di otto mesi, 1670 gr lui, 2200 gr lei.
A più di un mese dalla nascita, i miei piccoli hanno recuperato più che bene, prendendo circa 1200 gr ciascuno!


È stato un mese intenso, emotivamente e fisicamente.
Un mese iniziato con sette giorni di ospedale post nascita, divisa tra malessere fisico, la piccola in camera con me, il tiralatte e la TIN, ovvero la terapia intensiva neonatale, distante solo un piano di ospedale ma, nello stesso tempo, praticamente un altro mondo.
Un mese proseguito con lei a casa, l’Alpmarito di nuovo all’estero, lui in TIN a Torino ed io a fare su e giù per stare con entrambi e dare al mio ranocchietto un po' del mio latte e, soprattutto, del mio amore e del mio incoraggiamento.
Senza dimenticare pratiche e burocrazia necessarie a riportalo a casa.
Con il cuore diviso, le lacrime sempre agli occhi, le gambe deboli, la mente colma di pensieri, paure e speranze. Sempre in piedi, sempre attiva, perché chi si ferma è perduto.
Un mese terminato con le sue dimissioni, il viaggio verso casa, io e lui, e una nuova famiglia a cinque che nasceva.

E poi poppate al seno, tiralatte, tiralatte, biberon, biberon, biberon, pannolini, pannolini, pannolini e ancora pannolini.

Perché se c’e una cosa che abbiamo capito subito, mio marito ed io, è che quello che con il primogenito ci era sembrato un periodo duro è stancante, era una passeggiata in confronto a questo.
Lui che mangiava otto volte al giorno (e dunque con minimo otto cambi di pannolino) ed impiegava un’ora intera per ogni singolo biberon, a cui aggiungere tempi di digestione e cambio, lei con sette pasti al giorno, seppur più veloci.
Fate un rapido calcolo, aggiungete tre ore giornaliere al tiralatte e capirete che non rimaneva spazio per null’altro, ne’ di giorno ne’ di notte.

Nello stesso tempo però, è stato stranamente tutto più semplice: sapevamo già che latte, prodotti e pannolini acquistare e dove, come preparare i pasti, cambiare, pesare e far digerire. E molti timori li avevamo già affrontato e gestiti. Abbiamo ripreso la manualità ed il ritmo rapidamente.
E poi non c’era il tempo per dubbi e incertezze e, per me, neppure più per lacrime e malinconia.
Anche perché, in tutto questo, c’era pure lui, il primogenito.
Con i suoi bisogni, i suoi impegni, le sue richieste di attenzioni.
E c’era il cantiere, con materiale da scegliere e ordinare, lavori da fare e coordinare, spese da affrontare e burocrazia da espletare.
Il baby blues che avevo sperimentato i primi tempi dopo la nascita del ricciolino e che temevo, è svanito alle mie dimissioni, inghiottito dall’urgenza di prendersi cura dei miei due piccoli amori, di essere presente, di fare, di curarmi e curarli.
E dalla gioia di averli entrambi sani e a casa.


Dopo un mese e molti grammi, poppate, ml di latte tirato, preparato e somministrato, pannolini, ruttini e nottate come le giornate, il tempo continua a non esserci e  i pasti sono passato rispettivamente a sette per lui e sei per lei. Non esattamente una rivoluzione.
La casa, sempre quella vecchia, è un casino.
Il cantiere edile è ancora un cantiere ed il ricciolino inizia ad accusare il colpo e, se verso i fratellini è attento ed affettuoso, con noi è diventato una sfida continua.
Ma va bene così perché io sono stanca, stravolta e felice.

P.s. E questo anche grazie all’affetto ed all’appoggio che ho ricevuto da parenti, amici e persino semplici conoscenti. Un senso di comunità amica che non mi aspettavo e che mi ha colmato di riconoscenza. 

Anche questo aspetto, come la TIN però, meritano un post a parte.

venerdì 28 luglio 2017

Le mie letture di mezza estate di Mamma Avvocato: 6 libri per voi


Negli ultimi due mesi non ho smesso di leggere, sfruttando le ore al tiralatte e le poppate notturne.
Ecco quindi una rassegna dei libri letti: spero vi sua utile se state partendo per le ferie o cercate spunti per le lunghe serate estive o caldi pomeriggi di ozio!

"Le otto montagne" di Paolo Cognetti, 

Pag. 199, ed. Einaudi


Un bel romanzo, da quel che ho compreso autobiografico, che racconta di un'amicizia speciale, quelle istintive dell'infanzia, che non hanno bisogno di molte parole e si nutrono di giochi ed avventure insieme.
Di quelle amicizie che si mantengono nel tempo, come cristallizzate, perché sono impresse nel profondo e basta un incontro a distanza di anni per riprendere il filo.

In questo caso, l'amicizia lega un bambino di montagna, lasciato un po' a se stesso, tra mucche e baite diroccate, e un bambino di città, i cui genitori amano la montagna, che li ha fatti incontrare e ha segnato il loro destino,, più di ogni altra cosa.

Ma vi è di più. Molto spazio è dedicato anche al rapporto 
genitori e figli, padre e figlio in particolare e, soprattutto, all' amore per la montagna ed alla sua forza magnetica.
È ambientato in Val d'Ayas (l'autore non lo dice ma per chi conosce la zona non è difficile comprenderlo), ossia in una delle vallate della "mia" Val d'Aosta, descritta con amore ed attenzione.

La storia parla di scelte, di destino, di legami, in un modo che mi ha tenuta incollata alle pagine. La descrizione delle passeggiate, poi, mi ha riportato alle decine che ho fatto, con i genitori, gli amici, mio marito, da sola,nel corso degli anni, così come ai giochi estivo nei prati, sulle pietraie e nei pressi dei torrenti, alla scoperta della natura e della libertà.
Bellissima, perché complessa, tormentata e dolorosamente verosimile, la figura del padre del protagonista.
Unico lato negativo: quella retorica sulla montagna e la figura un po' stereotipata dei montanari tipica della visione dei "cittadini" delle grosse città. Fastidiosa ma comprensibile.
Molto consigliato dunque, soprattutto se la vostra meta estiva è, o è stata, la montagna.

"Un chien de saison" di Maurice Denuriere, 

Ed. Le libre de poche, euro 5,50, pag. 218


Una lettura ironica, divertente e piacevole, per gli amanti degli animali domestici, cani in primis, ma non solo, visto che è piaciuta molto anche a me.
Scritto in un francese abbordabile e con un stile scorrevole, è la storia di uno studioso single di Parigi che, di colpo, per amor di amicizia, si ritrova a far da baby sitter ad un boxer dal carattere forte che, tra mille disastri ed inaspettate esigenze, gli stravolgerà la vita, finendo per conquistarlo.
In sottofondo, una amicizia a senso unico ed una famigliola di opportunisti che verranno, infine, castigati come meritano.
Consigliato (ma se già eravate propensi ad adottare un cucciolo, potrebbe darvi il colpo di grazia, io vi ho avvisato).

"Qualcosa" di Chiara Gamberale,

Ed. Longanesi, febbraio 2017, pag. 176




Della Gamberale avevo già letto due romanzi, di cui ho parlato qui e qui.
Dal momento che il suo stile narrativo e l'originalità delle sue storie mi avevano positivamente colpito, quando ho visto questa novità in biblioteca non ho perso l'occasione e ho fatto bene.
Anche in questo caso la narrazione è molto originale, sia per 
la trama che per lo stile, una sorta di racconto con tanto di illustrazioni, quasi fumetti, in cui i protagonisti hanno nomi evocativi, anziché classici.


La protagonista è "Qualcosa Di Troppo", una principessa che non sa cosa siano i limiti e, fin dalla nascita, esagera in tutto, poiché non sa accettare e gestire i propri sentimenti e, soprattutto, non riesce a stare bene con se stessa e con i propri dubbi esistenziali, che poi sono quelli di tutti noi. 
Per questo, cerca, con mille attività e una disperata ricerca di amore e attenzioni, qualcosa in grado di comare il vuoto che sento in se' (che poi non è altro che la ricerca del senso della vita) e lenire il dolore per un grave lutto.
Sarà il "Cavalier Niente" ad aiutarla, progressivamente, a far pace con se stessa.
La storia è infatti un insieme di iperbole e improbabili avventure che trasmettono efficacemente il messaggio del libro,dal valore universale.
Uno di quei romanzi che forse vale la pena leggere e poi rileggere, per cogliere nuovi spunti, anche perché è breve e molto scorrevole.

"Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza" di Luis Sepulveda, 

ed. Guanda


Letto in eBook, non mi ha affatto convinto.
Un racconto breve, ben scritto ma di "poco spessore", a mio parere un po' forzato, che ha come protagonisti una lumachino curiosa e coraggiosa e una tartaruga saggia.

Una favola che vuole insegnare più che l'importanza della lentezza, l'importanza di essere se stessi e la ricchezza della diversità e delle proprie peculiarità.
L'ho raccontata in sintesi al ricciolino biondo, come fiaba della buona notte, però non ha convinto del tutto neppure lui (forse anche per colpa della mia narrazione!).

"Nessuno come noi" di Luca Bianchini

Ho preso in prestito questo romanzo, in formato eBook, nel periodo in cui sono stata in ospedale a Torino, dopo aver letto la recensione positiva delle Mamme nel deserto (se non erro), scegliendolo proprio poiché ambientato a Torino e negli anni '80, in cui sono nata. Circostanze che mi hanno aiutato a gustarlo, per quanto, per il resto, le dinamiche della cittadina di provincia in cui sono cresciuta fossero diverse da quelle della grande città o, almeno, così mi è parso, ripensando al passato.
Oppure ero solo molto più ingenua!
È la storia della vita di quattro ragazzi, due maschi e due femmine, tre della periferia ed uno della collina di Torino (ovvero della Torino benestante), durante un anno scolastico, in un liceo pubblico,  a cui si intreccia la vita di una professoressa e dei genitori degli studenti.
Affronta il tema della crescita e della amicizia, dei primi amori e delle prime delusioni.
È sicuramente una lettura più adatta ad un pubblico giovane (quindi anche a me ;-)), con il pregio di far tornare gli altri lettori un po' indietro nel tempo, a ricordare i propri anni scolastici ed i primi amori, le compagnie, i tormenti ed i dubbi adolescenziali e le feste del periodo.
Il linguaggio è basico e non manca di termini gergali, dal momento che a parlare sono dei ragazzi, ma la narrazione è scorrevole.
Consigliato per qualche ora di tranquillo svago e per un tuffo nostalgico nel passato.

"Come una bestia feroce" di Edward Bunker, 

Ed. Einaudi, pag. 358

Un romanzo forte, ambientato nei bassifondi di Los Angeles: un criminale recidivo esce di prigione dopo anni, deciso a rigare dritto. 
La società, il sistema della libertà vigilata e il suo stesso passato, lo portano però ben presto a tornare alle uniche dinamiche ed attività che conosce.
Un racconto che prende spunto da una realtà che l'autore, ex galeotto, ben conosce, e porta il lettore a comprendere la difficoltà del reinserimento sociale e l'attrazione devastante della droga e del crimine su chi, nella vita, ha conosciuto poco altro che miseria e degrado.
Uno sguardo lucido, intelligente, introspettivo ed impietoso che indaga l'animo umano, per un romanzo che, a mio parere, non può lasciare indifferenti e che, peraltro, è scritto molto bene.
Dello stesso autore, io avevo apprezzato anche l'autobiografico "Little boy blue", di cui ho scritto qui.
Caldamente consigliato.

E ora? Ecco i libri che mi attendono sul comodino o meglio....davanti al tiralatte!


E voi, che letture mi consigliate per questa estate?


Con questo post torno a partecipare all'appuntamento del Venerdì del libro di Paola.