Visualizzazione post con etichetta malattie infantili. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta malattie infantili. Mostra tutti i post

lunedì 13 aprile 2015

La sanità di casa nostra per i bambini - quando mancano i pediatri


Gli ultimi due mesi mi hanno vista  impegnata, come mamma e come avvocato, in una spinosa questione.

Nella zona in cui abitiamo, zona di mezza montagna da cui si dipartono varie vallate alpine, in una regione in cui l'ospedale è collocato nell'unica città, che è anche capoluogo di regione, che però non è in posizione così comoda e centrale, i pediatri da un pò di tempo a questa parte scarseggiano.

Nella circoscrizione in cui viviamo, erano in tre fino all'anno scorso, poi sono stati ridotti a due, poi ad uno, infine, causa maternità dell'unica rimasta (per fortuna, quella del nano), a zero.
E così hanno mandato una sostituta, che arrivava dalla grande città della regione vicina.
85 km.

Non una pediatra, ma una specializzanda  in cardiologia infantile. Al suo primo incarico.
Quindi magari anche ancor più qualificata e competente, ma certamente non avvezza a parlare di svezzamento, malattie esantematiche infantili, bronchiti e bronchioliti & co., con mamme e neomamme.
E soprattutto con poco tempo a disposizione, non abituata a spostarsi per vallate montane, giovane e senza figli.

E' stato subito scontro fra lei e le mamme.

A quanto mi è stato riferito, infatti, ha subito iniziato a chiedere il pagamento di Euro 30,00 per ciascun certificato di riammissione a scuola per assenze superiori a cinque giorni, previsto come obbligatorio dall'art. 42 del DPR 1518/67, in constrasto con l''art. 44 comma 2 lett. g) dell'Accordo Collettivo Nazionale per la disciplina dei rapporti con i medici pediatri di libera scelta e dell'art. 4 della Carta dei Servizi dei Medici di Assistenza Primaria della nostra Regione, nel quale è previsto che tale certificato sia rilasciato gratuitamente.

Ha dato una reperibilità telefonica limitata all'orario 08,00 - 10,00 a.m., non solo per la prenotazione delle visite ambulatoriali o domicialiari ma per qualunque esigenza, salvo poi comunque non rispondere spesso alle chiamate telefoniche, al numero di cellulare indicato nella comunicazione inviata dall'USL alle famiglie, o non richiamare, con conseguente impossibilità di prenotare le visite (e senza prenotazione, non visitava).
Non rispettava l'orario di prenotazione delle visite ambulatoriali, con attese che si protraevano anche per tre ore, in orari comunque incompatibili con l'orario di frequenza scolastica dei bambini e di lavoro dei genitori - il che, però, mi pare un problema strutturale e capitava anche con le altre dottoresse.
Inoltre, invitava a recarsi al Pronto Soccorso per qualsiasi esigenza medica insorta dopo le ore 10,00 del mattin, anche non urgente.
Peccato che poi, al Pronto Soccorso, si arrabbiassero con le madri e le invitassero a tornare dalla pediatra!

Pare che sia anche capitato che facesse diagnosi senza spogliare e/o auscultare i bambini (ma so di molti posti in cui i pediatri fanno diagnosi per telefono), semplicemente guardandoli in faccia, che molte madri non avessero ricevuto la comunicazione asl del cambio di dottoressa, che in alcuni ambulatori non abbia effettuato le visite o abbia fatto aspettare a lungo, nonostante fosse ufficialmente aperta, senza aver nessuno in stanza.

Io non ho avuto esperienze dirette (dunque, tutto ciò che ho sovra scritto mi è stato riferito dalle altre mamme, direttamente o tramite passa parola), poichè fortunatamente mio figlio è stato bene o quel che ha avuto era risolvibile senza interventi medici.
Però le altre mamme mi hanno chiesto aiuto e solidarietà. E io, anche sapendo che comunque in caso di bisogno avrei dovuto fare rifirimento ancora per qualche mese a questa dottoressa, mi sono prestata.

Abbiamo avuto un incontro con il direttore dell'ASL locale, il quale prima ha dichiarato che si trattava di un colloquio informale che non voleva verbalizzare, e poi, dopo un paio di giorni, ci ha pregate di mettere per iscritto le nostre doglianze.
Infine, ci ha pregato di non mandargli più la lettera.
E' stato evidente che egli poco voleva e/o poteva, che faceva il politico ed il dirigente, che intendeva solo evitare proteste su gruppi facebook e che la notizia arrivasse alla stampa o si diffondesse comunque nel paesi della circoscrizione. 
Ciò che più mi ha disturbato, comunque, è che cercasse di sminuire i problemi, ripetendo che non si trattava di "questioni gravi" e in fondo la dottoressa non aveva ancora "creato danni",  come se si dovesse aspettare un episodio di malasanità grave per lamentarsi o se far perdere ore e ore di lavoro e vita a genitori e bambini in attesa, far correre al Pronto Soccorso (con conseguenti viaggi, attese di ore ecc., magari per essere subito rimandati a casa), far lavorare il triplo gli altri medici o chiedere soldi che paiono proprio non dovuti, fosse "roba da poco."
Per non parlare di quando ha cercato di convincerci che potevano essere noi mamme a "autocertificare" la guarigione dei nostri figli per la scuola e citare a sproposito sentenze del TAR!!!
A quel punto, l'istinto professionale ha avuto la meglio e non ho potuto evitare di dire la mia.
E poi le giustificazioni del tipo: al concorso non si è presentato nessuno (?!?), la nostra regione non è molto ambita...quando sul sito dell'ASL era appena stata pubblicata una graduatoria con 89 pediatri!

Comunque, alla fine, pare che sia servito.
La dottoressa è attualmente assente "per motivi familiari" e non si sa se e quando rientrerà.

I più scontenti, intanto, sono gli altri pediatri: quello della circoscrizione vicina, cui si rivolgono disperate le mamme in assenza di un pediatra di base a loro assegnato,;quelli del pronto soccorso regionale e di quello della regione limitrofa, molto più vicino, che stanno lavorando il doppio; quella che è stata l'ultima a cambiare sede, perchè molte mamme continuano a fare riferimento a lei.

E ora, rimaniamo in attesa del prossimo medico, sperando sia scelto in modo un pò più oculato!!!

Alla faccia della continuità dell'assistenza medica e pediatrica in generale, delle tasse sul servizio sanitario nazionale assai salate che paghiamo, dell'importanza della prevenzione, della trasparenza delle pubbliche amministrazioni e della mancanza di lavoro, nonchè della umiltà e dedizione che dovrebbero contraddistinguere tutti i professionisti e lavoratori, di qualunque settore.

Ma è possibile una situazione di questo tipo?!?
Anche voi avete o avete avuto problemi simili? Come vi regolate?

mercoledì 17 dicembre 2014

Come essere al mare...be', quasi! Haloterapia nella stanza del sale!

Nella cittadina vicina hanno aperto da un paio di anni un "Castello di sale", un'attività già presente in altre città (come Torino e Milano) di haloterapia in una stanza tutta ricoperta di sale, in cui rimanere a giocare o riposare, leggere o chiacchierare, mentre si respira e si liberano le vie respiratorie.
Visto il naso perennemente gocciolante del biondino di casa e le mie allergie respiratorie, abbiamo provato.
Nel caso della mia cittadina, si tratta di una sala ben allestita, con sale alle pareti e per terra, dove forma una sorta di strato di sabbia su cui giocare con palette, secchielli e camioncini messi a disposizione dalla proprietà, oppure vedere un video rilassante o un cartone o leggere un libro sulle poltrone e le sedie a sdraio.
In più, c'è la cromoterapia.




Sull'opuscolo, spiegano che il sale marino puro ha proprietà mucolitiche, antinfiammatorie e antibatteriche ed è adatto a tutti.
Pare che una seduta valga come tre/ quattro giorni al mare.
Purtroppo non ho le competenze mediche per smentire e confermare (ne' quelle biologiche/ chimiche per capire se è possibile che sia sale marino senza iodio, come sostiene la titolare): se qualcuno, che ne sa più di me, mi legge, sappia che può scrivere il suo parere nei commenti!

In ogni caso, la pediatra, interpellata prima di andarci  mi ha rassicurato dicendo che, anche fosse inutile, certamente non farebbe male!








La prima volta ci siamo stati con delle amiche mamme e le loro bimbe ed i piccoli si sono divertiti tanto, mentre noi abbiamo potuto chiacchierare relativamente tranquille.
Al ricciolino e' piaciuto ed il raffreddore e' passato il giorno dopo, anche se non so se per quello o perché era già in via di guarigione!
Così, con la spinta del nonno, siamo tornati per altre tre "sedute", della durata di 45 minuti l'una.

Unico difetto: il costo, a mio parere spropositato ed eccessivo, ancor di più in questo momento di crisi (Ma si sa, c'è chi non la patisce mai) e in una piccola città di provincia.
In quello in cui siamo andati noi: da un minimo di Euro 95 per cinque sedute 1 adulto e un bambino 0-10, singoli da 25 Euro per adulto, gratis bambini fino a 10 anni (max due per adulto) e 10 euro per bambini 10-16!
Certo, se sostituisce mare e aerosol ben venga, anche perché non c'è la fastidiosissima sabbia però...volete mettere un fine settimana al mare vero?!?




Tutte e tre le volte, il giorno dopo il ricciolino ha visto intensificarsi il suo raffreddore, per poi sparire per qualche giorno.
A lungo termine, però, non so se serva, anche perché non faceva ancora freddo come in questi giorni.
Abbiamo ancora due ingressi, comunque: vi farò sapere!

E voi, ci siete già state? Ne sapete qualche cosa?

mercoledì 2 aprile 2014

Una questione di poco conto

La questione, vista da figlia o da donna senza prole, mi pareva di poco conto.

Prima.
Prima che  nascesse mio figlio.
Prima di affrontare questo secondo anno di nido da mamma lavoratrice fuori casa.

E dire che il primo anno di nido era andata bene, poche malattie e niente febbre.
Da qualche mese a questa parte, invece, è un disastro.

Così la questione è diventata spinosa.
Mi chiedo chi abbia inventato questa procedura burocratica, che penalizza le mamme non si sa bene se per salvaguardare il loro figli o gli altri bimbi che frequentano il nido o per altri motivi, ostacolando il buon andamento della funzione pubblica, sottraendo tempo prezioso a madri (o chi per esse) e figli, costringendo ad un doppio passaggio (ed impestaggio degli altri bimbi in attesa).


Questa procedura che obbliga a estenuanti telefonate e viaggi alla ricerca del luogo prescelto per ogni giorno della settimana e dell'orario giusto...perchè qui è itinerante eh, mica fisso, sia mai. Lo Stato risparmia, noi spendiamo in benzina e ci rimettiamo in salute. Tutto come al solito, insomma.

Questa procedura che non riesco ad immaginare come gestiscano le altre madri, se dipendenti, se non delegando a nonni / padre / baby sitter & co., come talvolta (ma raramente, anche se a prezzo di sacrifici) devo fare io.

Questa procedura per cui il sabato e la domenica contano eccome, non si sa bene perchè. Altro che festivi.
E vorrei prorpio saperlo, il perchè.

E dire che il mio non è neppure di quei bambini che si ammalano spesso, raffreddore e tosse perenne a parte (ma dicono sia normale), altrimenti non so come saremmo sopravvissuti.

Sì, perchè poi non ci sono solo le malattie del nano ma anche quelle che disgraziamente ci porta a casa e che io becco sistematicamente (e l'Alpmarito pure): una catastrofe.

Fortuna che io, almeno, non devo fare altro che uscire dall'ufficio e salire le scale per ottenere una salvifica prescrizione.

Fortuna che la "nostra" pediatra ora porta il figlio allo stesso nido del nano e posso telefonarle o mettermi d'accordo perchè lo porti lei direttamente, senza un secondo giro (il primo non ce lo toglie nessuno, però, giustamente vuole controllare).

Che cosa?
Ma questo maledettissimo "foglio per il rientro"!

Il problema è che poi mi sento in colpa, mi faccio mille scrupoli, mi sembra di sfruttarla impropriamente e quidni rimando e rimando, mentre mia madre fa del terrorismo psicologico perchè porti il nano "a vedere, che non si sa mai!"

Il problema è che non ho ancora capito: perchè, perchè il nano si ammala sempre di mercoledì e deve rientrare sempre di lunedì mattina????!!!

giovedì 10 ottobre 2013

Latito, ma solo in apparenza

Sono ancora qui, viva e davanti al computer, anche se latito dai blog, il mio, dove vorrei scrivere riflessioni e pensieri che sfuggono appena formulati, e quelli delle altre /degli altri, che leggo ancora ma che ultimamente sto commentando poco.

Chiedo scusa.

Lavorativamente parlando, è un periodo impegnativo, di scadenze, di urgenze, di modifiche legislative che destabilizzano, a cui si aggiungono problemi di hardware e software.
Perchè ormai anche la professione richiede tecnologia e non è affatto un miglioramento, nonostante quello che il governo e gli informatici vogliono farci credere.
La qualità del lavoro e il tempo perso aumentano, anzichè diminuire.

E poi, naturalmente, c'è la progettazione della ristrutturazione della casa, che cerco di delegare all'Alpmarito ma di cui, bene o male, un minimo mi devo interessare anche io.
Non è che non me ne freghi nulla, anzi, è che, dipendesse da me, per ogni soluzione rifletterei mesi interi.
Ovviamente non si può.

E il nano. Con lavaggi nasali a gogò, sciroppi lenitivi e capricci sistematici al mattino ed alla sera.
La pediatra, da cui lo portato martedì sera, da un lato suggerisce "cambi di molecole" (= cambio di medicine, tanto per spendere un pò e riempire la casa di tubetti e fialette mezze vuote), dall'altra assicura che non ci sono "rumori patologici", che è solo un brutto raffreddore "grasso", che probabilmente lo accompagnerà di nuovo per tutto l'inverno, quindi "non c'è da preoccuparsi" e "non c'è bisogno che lo porti di nuovo", però "se non passa, fra un pò lo riporti": chiarissimo, lampante.
Così, se quando mi ha dato l'appuntamento (che tanto non serve a nulla perchè aspetti un'ora lo stesso) mi sono sentita una mamma ansiosa, uscita dallo studio medico ero diventata una "mamma ansiosa e scema".
 E poi.
All'asilo pare che il nano sia un bimbo vivace ma molto obbediente e autonomo.
A casa, l'obbedienza è un accessorio e la voglia di fare tutto "io da solo!" provoca non pochi disastri, senza che possa neppure cercare di arginarla, perchè so che è un bene che voglia crescere ed essere capace di fare da sè.

E c'è la ricerca di un lavoro per l'Alpmarito, non facile di questi tempi, soprattutto non volendo emigrare all'estero o in città lontane.
E c'è la mia mamma, che soffre e non so come aiutare, e la mia nonnina, che fa da parafulmine con la sua salute già non proprio di ferro.
E ci sono io, che vorrei riuscire a frequentare la piscina almeno una volta alla settimana, non dico per sentirmi in forma, che ce ne passa, ma per sfogarmi un pò.
Niente, non ci riesco.

Tutto nella norma, insomma.
Il solito autunno.

Di nuovo c'è che il nano, intanto, cresce ed è sempre più bello, con il suo cappellino di lana bianco e azzurro da cui spuntano i ricciolini biondissimi e le scarpe da ginnastica nuove (regalo di "nonna bissi", come dice lui  = nonna bis) che fa ammirare a tutti e che mi ha chiesto di fotografare, mettendosi in posa, in piedi con le gambine incrociate ed un sorrisone felice.
Il nano, che non smette mai di chiaccherare, che usa parole come "decollo" e "atterraggio" quando gioca con gli elicotteri, che chiama il pasto "pranzo" e "cena" correttamente ma vorrebbe sempre solo pasta e riso, la sua "pappa" per eccellenza.
Che ieri non ricordava il nome "zucchine" ed allora mi ha chiesto "la verdura", però poi ogni tanto chiama la mela pera.
Che si diverte a fingere di andare con il cavalcabile o il tricilo in stazione  a Torino "all'univettità" come  lo zio o ad Aosta come la mamma o a Roma (??), costruisce autorimesse per le sue macchinine perchè "fuoi piobe" , canticchia e ci sgrida ("bibba!") quando ci scappa una parolaccia.
Che corre o saltella o vuole stare in braccio, ma camminare normalmente mai.
Il nano, a cui stanno venendo tanti piccoli "rasta", perchè non riesco mai a pettinargli per bene i ricciolini:  urla e piange e io, che ricordo il male che pativo da bambina con i capelli lunghi, non ho cuore di insistere.
E poi abbiamo ricominciato il corso di acquaticità (sabato pomeriggio) e lui, dopo un momento di smarrimento, si è tuffato in acqua a braccia aperte, fiducioso e allegro, per un'ora intera, giocando al trenino con la barra galleggiante (non so come si chiami) e rifiutando categoricamente l'uso del salvagente.
Una gioia per gli occhi e per il cuore.



mercoledì 4 settembre 2013

Sabato al rifugio. Monte Emilius e Rifugio Arbolle

I nostri programmi erano ambiziosi: portare il nano dalla nonna materna sabato, nel primo pomeriggio, correre a Gressoney a prendere l'ultima funivia, salire al rifugio e poi, il giorno dopo, farci un paio di quattromila, solo io e lui, come un tempo.

E invece.

La nonna, di solito una roccia, si è presa la tonsillite (anche lei!!!), i suoceri non erano disponibili ma il sole splendeva e l'aria era fresca, quindi....
cambio di programma e gita con il nano.

Rifugio Arbolle (rifugio arbolle), ai piedi del Monte Emilius, salita da Pila (AO), con la seggiovia di Chamolè per fare felice il nano, discesa a piedi passando dal bellissimo vallone di Comboè.

Giornata magnifica, cielo sereno, sole caldo, poca gente e, ad aspettarci, gli amici del rifugio.

Non proprio come avevamo programmato ma...giudicate voi!



Ci siamo concessi il lusso del pranzetto al rifugio (Patrizia, la nostra amica cuoca, non delude mai!)
 Il nano, come al solito, ha mangiato come un lupetto affamato.
Ci siamo goduti l'incantevole vista..

 E poi siamo ripartiti..

 Godendoci, ancora, tutto il verde dei prati e l'azzuro del cielo della nostra bellissima Valle d'Aosta
Con l'aggiunta, questa volta, di una inaspettata compagnia.
Al rifugio, infatti, abbiamo conosciuto una coppia con una bimba poco più grande del nano e abbiamo deciso di scendere insieme, chiaccherando.
Purtroppo, di coppie della nostra età con figli, a cui piace camminare, non ne conosciamo molte e forse per questo l'incontro ci ha fatto ancora più piacere.

E ora, mi consolo guardando queste foto, mentre il lavoro incalza ed il nano, a casa, si è riempito di pustoline rosse tonde tonde che ci costringeranno ad un gradevole pomeriggio dalla pediatra...l'anno ricomincia proprio a settembre, non c'è che dire!!

Sabato al rifugio. Monte Emilius e Rifugio Arbolle

I nostri programmi erano ambiziosi: portare il nano dalla nonna materna sabato, nel primo pomeriggio, correre a Gressoney a prendere l'ultima funivia, salire al rifugio e poi, il giorno dopo, farci un paio di quattromila, solo io e lui, come un tempo.

E invece.

La nonna, di solito una roccia, si è presa la tonsillite (anche lei!!!), i suoceri non erano disponibili ma il sole splendeva e l'aria era fresca, quindi....
cambio di programma e gita con il nano.

Rifugio Arbolle (rifugio arbolle), ai piedi del Monte Emilius, salita da Pila (AO), con la seggiovia di Chamolè per fare felice il nano, discesa a piedi passando dal bellissimo vallone di Comboè.

Giornata magnifica, cielo sereno, sole caldo, poca gente e, ad aspettarci, gli amici del rifugio.

Non proprio come avevamo programmato ma...giudicate voi!



Ci siamo concessi il lusso del pranzetto al rifugio (Patrizia, la nostra amica cuoca, non delude mai!)
 Il nano, come al solito, ha mangiato come un lupetto affamato.
Ci siamo goduti l'incantevole vista..

 E poi siamo ripartiti..

 Godendoci, ancora, tutto il verde dei prati e l'azzuro del cielo della nostra bellissima Valle d'Aosta
Con l'aggiunta, questa volta, di una inaspettata compagnia.
Al rifugio, infatti, abbiamo conosciuto una coppia con una bimba poco più grande del nano e abbiamo deciso di scendere insieme, chiaccherando.
Purtroppo, di coppie della nostra età con figli, a cui piace camminare, non ne conosciamo molte e forse per questo l'incontro ci ha fatto ancora più piacere.

E ora, mi consolo guardando queste foto, mentre il lavoro incalza ed il nano, a casa, si è riempito di pustoline rosse tonde tonde che ci costringeranno ad un gradevole pomeriggio dalla pediatra...l'anno ricomincia proprio a settembre, non c'è che dire!!