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venerdì 23 giugno 2023

6 anni di voi

  6        anni                                   6 anni

Fatico a credere che siano già trascorsi sei anni dalla vostra nascita.

Ricordo bene l'attesa di voi, il peso del pancione, l'angoscia quando non era chiaro se sareste nati entrambi sani, il caldo di quel giugno prima e dell'estate poi, il ricovero a Torino, l'afa, il rumore costante in reparto e la mancanza del Ricciolino biondo.

Eppure non importa, perché ora voi siete qui, sani e felici.

Così uniti ma anche così diversi, con due caratteri quasi opposti, gusti talmente differenti che a volte mi domando come sia possibile che, comunque, possiate andare tanto d'accordo.

Siete complici, amici e solidali ma a volte vi picchiate e litigate come matti tra di voi, tenendovi poi il broncio per...mezzo minuto!

Il biondo e la bruna, occhi chiari e occhi scuri, goloso di dolci l'uno, pazza per il salato l'altra. Uno tutto vestiti comodi e super sportivi e l'altra che cerca sempre di essere elegante e "bella".

Orsetto che non si guarda mai allo specchio, Principessa che ci starebbe davanti per ore.

Uno super tenerone e affettuoso solo con chi conosce molto bene, mamma e papà in primis, l'altra espansiva e affettuosa con tutti ma con i suoi due fratelli più che con chiunque altro.

Orsetto, che mi salta in braccio e si aggrappa al collo come un piccolo koala, non si alza al mattino senza "l'ascensore", Principessa che chiacchera incessantemente e quando non chiacchera, canta.

Entrambi molto sensibili, intelligenti, pronti nel ragionamento, audaci nel gioco e nello sport e selettivi nelle amicizie ma l'una più aperta alle novità (che se poi sono negative la mandano in crisi) l'altro più diffidente e "scrutatore".  

Orsetto, che quando può, lascia fare agli altri e non si sforza, tanto c'è sua sorella che gli viene in aiuto, a volte fin troppo, Principessa che dal troppo voler fare, aggiustare, creare e sistemare, a volte combina pasticci e fa perdere la pazienza.

Il vostro sorriso, i vostri occhi vivaci e le vostre risate, l'una cristallina, l'altra profonda e tonante, sono rimaste uguali a quando non avevate che pochi giorni.

Buone forchette, di insaziabile appetito, in campo alimentare ma non solo.

Orsetto non riceve mai abbastanza informazioni, vorrebbe sempre saperne di più sul funzionamento di ogni oggetto e su ciò che accade intorno a lui, mentre Principessa non si stanza mai di ascoltare fiabe, miti e leggende e inventa storie e canzoni senza posa.

Lui adora lo spazio, il corpo umano, la cucina,  la musica ed il calcio.

Lei ama giocare "alla famiglia" ed "alla maestra", prendersi cura degli altri, danzare, cantare, disegnare ed i cavalli.

Quando vi guardo e poi guardo il vostro fratellone, in lui vedo un miscuglio di voi due, perché vi assomigliate davvero tanto, a tratti, anche nel carattere.

I sei anni segnano il passaggio alla scuola elementare, ad un mondo un po' più adulto, di maggiori doveri ma anche maggiori saperi.

E io spero che la vostra curiosità, fantasia e allegria rimangano  immutate, giorno dopo giorno, dentino da latte dopo dentino da latte, che Orsetto ha già iniziato a perdere, proprio nel giorno del mio ultimo compleanno.


L'uno per l'altro, ciascuno dei due a modo proprio, ci siete sempre, così come mamma, papà e fratellone ci sono sempre per voi e su questo potrete sempre contare.

Buon compleanno gemelli del mio cuore!


martedì 23 giugno 2020

Auguri Orsetto e Principessa ! TRE ANNI !

Dopo lunghi mesi di assenza dal blog, ho scelto oggi per tornare su questo schermo.
Perchè oggi voi, miei piccoli gemelli monelli, compite 3 anni.

TRE ANNI
TRE ANNI
(nei vostri colori preferiti)



tre anni da quel pomeriggio in cui decisero di indurmi il travaglio, facendomi firmare che accettavo di correre il rischio, purtroppo nel mio caso molto alto, di rimetterci la vita per farvi nascere.
Tre anni da quel pomeriggio, dopo 15 lunghi giorni di ricovero, in cui mi dissero: "Finalmente sapremo se il maschietto è sano o no". Quando il no significava una "malformazione incompatibile con la vita".
Tre anni da quel pomeriggio in cui delle mie paure, di queste paure, di queste possibilità nefaste, avevo parlato solo con mio marito e mia madre, perchè nessuno poteva farci nulla e, con il fatalismo che a volte mi contraddistingue, sapevo che dal parto avrei dovuto passare e dunque tanto valeva affrontarlo cercando di restare serena, per quanto consentito dalla situazione. E sia quel che sia.

Ho rischiato davvero e c'è stato un momento in cui ho creduto che non avrei aperto gli occhi, eppure alla fine me la sono cavata con poco e loro pure.
Tre anni da quella notte in cui siete nati, con un travaglio lampo, piccoli, per me all'epoca minuscoli ma perfettamente sani.

Tre anni dall'esperienza di avere un figlio in TIN,che non dimentichero' mai.
Tre anni da un ricovero pre e post parto pesante, in cui ho capito su cui potevo davvero contare.

TRE ANNI DIVERSI DA COME LI AVEVO IMMAGINATI, CERTO. MA DI SICURO MOLTO INTENSI !


Tre anni di voi, oggi gemelli monelli piu' uniti e simpatici che mai.



Con tutti i difetti e i pregi di ogni bambino di tre anni ma la forza di un legame speciale, tra voi e con il vostro fratellone.
Tre anni di caratteri tosti e radicalmente differenti, che vi rendono unici e speciali. Come i vostri sorrisi ed i vostri discorsi.

Anche voi avete patito, in questi ultimi mesi, ed ancora vi manca la vostra "vita normale" di nido, amate educatrici, giochi con gli amichetti che conoscete ormai da tempo e nonni.
Mi avete fatto pentire piu' di una volta di aver desiderato un secondo figlio, ma poi passava ed è solograzie a voi e a vostro fratello, solo grazie a voi tre, se ho continuato a sorridere in questi mesi, se siamo stati e siamo felici, se ridiamo, giochiamo e guardiamo al futuro.


Voi, in tutti i sogni miei da tre anni e...anche un po' negli incubi,

 a partire dal ricordo dei viaggi divisa tra di voi, uno in TIN a Torino, l'altra a casa in Valle d'Aosta, per passare alle difficoltà di far mangiare l'uno e saziare l'altra, alle 12 poppate al giorno, ai malanni, al badare da sola a voi con un ginocchio rotto, all'impossibile conciliazione tra figli e lavoro, all'operazione, al trasloco in una casa ancora in cantiere, praticamente da sola, con due gemelli prematuri di tre mesi, un sienne ed un marito all'estero.

Voi, che fate impazzire a momenti alterni, di amore e disperazione, sia noi che il vostro fratellone.

 

Eppure siamo qui, insieme, pronti a spegnere le candeline per voi.

Perchè tre anni non sono piu' "dui" e vi aspettano tante nuove meravigliose avventure, ogni giorno.

E a noi con voi !

🎂🎂🎂  💜💙💛

Buon compleanno Orsetto e Principessa !!!




giovedì 18 luglio 2019

Gemelli: un rapporto particolare !

L'arrivo di Orsetto e Principessa, i miei gemellini di due anni, dopo la prima maternità "singola", mi ha permesso di osservare il loro rapporto fraterno e cogliere qualche piccola differenza tra l'essere fratelli "normali" e l'essere "fratelli gemelli".


Orsetto e Principessa sono ancora piccoli e quindi quando riscrivero' questo post, fra qualche anno, mi aspetto di annotare sia cambiamenti nel loro rapporto che consolidamenti della situazione attuale.



Per ora, comunque, il loro rapporto è davvero particolare, di unità, collaborazione e..un pizzico di gelosia!
 
In particolare: 

1 - sono uniti e complici nelle marachelle che combinano continuamente.
E quante ne combinano, sfruttando il doppio di astuzia, idee geniali e forza bruta !!!



2 - si supportano a vicenda nei momenti di crisi: basta che uno dei due pianga, che l'altro accorra per informarsi di cosa sta capitando o per portargli il ciuccio o il doudou consolatori;


3 - all'asilo entrano insieme ma poi si dividono nei giochi, ciascuno preso dai suoi interessi e dai suoi amichetti, solo parzialmente uguali.
Al momento di uscire, pero', si cercano di nuovo e non varcano la porta se non insieme o, comunque, aspettandosi a vicenda;


4 -  non dipendono uno dall'altra ma si autano a vicenda volentieri nei gesti pratici: dal passarsi l'acqua all'aprirsi i biscotti, ad infilarsi le scarpe o togliersi i vestiti.
Escono mal volentieri di casa uno senza l'altro e, se capita, si informano di dove si trova l'altro e del perchè non c'è.
Anche da soli, pero', sono sereni e sanno giocare;



5 - si punzecchiano e spesso picchiano: qualche morso, tirate di capelli, spintoni, accese proteste...capita di tutto sia mentre giocano che mentre si contendono qualcosa.
Pero' basta poco per far tornare il sereno, perchè ridano di nuovo, complici, o si scusino con una carezza;



6 - entrambi stravedono per il fratellone, che cercano continuamente di coinvolgere e vorrebbero sempre vicino.
Quando non c'è o non vuole, pero', giocano tranquillamente fra loro;

7 - sono gelosi delle attenzioni di mamma e papà e dei nonni. Questo, pero', vale anche per il fratellone, che si comporta esattamente come loro, rivendicando me, il papà e i nonni tutti per lui, appena puo'.
Il che mi sembra, devo dire, normale;

8 - cercano molto il contatto fisico tra di loro: amano farsi il bagnetto insieme, per osservarsi e giocare con spugne e contenitori, si abbracciano, si tengono per mano, si sdraiano vicini nel lettino di uno o dell'altro per giocare e chiaccherare, cantando insieme le canzoncine dell'asilo;

9 - in compenso, pero', non riescono a dormire vicini tranquillamente. Non ci sono mai riusciti, neppure appena nati!!! Si disturbano a vicenda fino a svegliarsi e piangere.
Lo stesso accade quando devono condividere spazi ristretti come il carrettino da bici, che usiamo anche come passeggino da trekking: la pace è davvero solo questione di secondi, poi o si addormentano entrambi (e allora si hanno 15-30 min. di tranquillità, ma non di piu') o si picchiano selvaggiamente, piangendo come disperati!!!

10- si capiscono a vicenda con estrema facilità. Non è tanto che abbiano un linguaggio loro, è piuttosto che, il loro linguaggio, fra di loro lo capiscono perfettamente, mentre a volte noi stentiamo a comprendere cosa vogliono, cosa provano o, piu' banalmente, cosa dicono;

11- insieme, riescono a fare giochi di ruolo e/o giochi strutturati molto piu' facilmente di quanto facesse, alla stessa età, il ricciolino o di quanto veda fare agli altri bimbi al nido o al parco.
Forse perchè è funzionale a divertirsi, ma hanno imparato piu' in fretta a condividere i giochi e a dividersi i ruoli per giocare.


12- si imitano e incoraggiano a vicenda (ad esempio, quando uno dei due arrampica, va in bici senza pedali, corre ecc.) ma senza mai entrare in competizione fra loro, come invece fanno a volte con il fratellone. Al momento mi danno l'impressione di sentirsi sempre alla pari e che siano  felici dei progressi reciproci senza alcuna invidia. E speriamo continuino cosi'!


Se confronto il loro comportamento con quello che avevo io con i miei fratelli o con quello che hanno loro con il ricciolino, qualche differenza c'è: la stessa affettuosità e capacità di giocare insieme ma molta meno tolleranza per la vicinanza reciproca quando è "forzata".


E' come se non riuscissero a stare tanto lontani perchè abituati ad essere sempre insieme e dunque si cercassero continuamente ma, nello stesso tempo, fossero insofferenti quando non possono ricavarsi, a piacere, spazio vitale autonomo.
Laddove, invece, tra fratelli "normali" mi pare ci sia voglia di giocare insieme e affetto, ma anche meno bisogno di "sgomitare" quando si vuole stare soli.


Le persone che incontro per strada ed i familiari osservano che sono bambini fortunati perchè, in quanto gemelli, hanno sempre qualcuno con cui giocare e non si annoiano facilmente.
Insinuano anche che, cosi', io ho piu' tempo libero e non devo sempre giocare con loro.

La verità, pero', è che, se da un lato essere in due è spesso una fortuna, dall'altra si vede che vorrebbero spesso stare da soli, o tranquilli a giocare per conto proprio o con noi/il fratellone, senza la continua ingerenza dell'altro gemello.


E io? Passo piu' tempo a rimediare alle monellerie che, forti della loro unione, riescono a combinarmi e a dirimere i conflitti tra i due prima che si facciano male sul serio, di quanto tempo passassi a giocare con il primogenito alla loro stessa età, ve lo assicuro!!!
Insomma: altro che piu' tempo libero!

Vederli camminare per mano parlottando o abbracciarsi con tenerezza, pero', è un meraviglioso dono della maternità gemellare.

 Mi auguro che, nel tempo, conservino la loro unità e complicità (magari indirizzandola in comportamenti viruosi, invece che in marachelle!), senza pero' escludere il ricciolino o soffocare le reciproche personalità.


Mi auguro, insomma, che siano sempre, anche da adulti, tutti e tre, un porto sicuro l'uno per gli altri da cui prendere il largo e poi tornare, sicuri del reciproco affetto e della reciproca comprensione, pur nel rispetto della diversità ed unicità di ognuno.


 E voi, cosa ne pensate? Come è il rapporto tra i vostri figli, gemelli o no? Vedete delle differenze?

mercoledì 26 giugno 2019

Due anni di voi due.

Due anni di voi.

Due anni da trismamma,
Due anni da mamma di gemelli,
Due anni da mamma di due maschi e di una femmina.

Due anni di pasti da preparare, somministrare, servire,
Due anni di sonno.
Due anni a nutrire,
Due anni a pulire ovunque, oltre che voi due,
Due anni di cambi pannolini,
Due anni di corse,
Due anni di mal di schiena (anzi, di quello 30 mesi)
Due anni di visite dal pediatra, vaccini, medicine,
Due anni di nasini gocciolanti,
Due anni di assenza di privacy,
Due anni di bucati continui,
Due anni di corse,
Due anni con tre seggiolini in auto,
Due anni di vestitini accumulati,
Due anni di pasti interrotti, notti interrotti, riposino interrotti, yoga interrotto, lavoro interrotto, telefonate disturbate, conversazioni inframezzate da pianti e strilli e... qualunque attività disturbata.
Due anni senza quella libertà a cui un figlio di sei anni mi aveva abituata.
Due anni da sola quasi tutta la settimana, a occuparmi di voi due.
Due anni di preoccupazioni per la vostra salute, crescita e sopravvivenza.

Ci sono momenti in cui penso di non farcela, in cui vorrei solo poter chiudere la porta e scappare via.
Ci sono momenti in cui mi viene da piangere, in cui urlo come una pazza nevrotica, in cui mi faccio schifo come madre.
Ci sono momenti in cui sono divorata dai sensi di colpa, dalla paura di non riuscire a seguire tutti e tre, da una sensazione di incapacità ed inadeguatezza che solo la maternità ti fa provare.
Ci sono momenti in cui sento pianti eccheggiarmi nelle orecchie anche se siete silenziosi, perché tanto il silenzio dura pochissimo.
Giorni in cui non ne posso più.
Poi mi fermo, vi guardo e vi vedo di nuovo, davvero.



Sono due anni.

Due anni della vostra pelle liscia e morbida da accarezzare
Due anni di vostri corpicini i caldi da stringere a me e coccolare
Due anni di bacini e bacetti da darvi e, da qualche tempo, anche da ricevere.
Due anni di sorrisi, prima sdentati, ora completi.
Due anni di risate grasse e contagiose o strappate dal solletico mentre ancora state piangendo.
Due anni di due pacchettini preziosi tra le mie braccia.
Due anni di manine che mi afferrano, di piedini da solleticare
Due anni di gorgheggi, vocalizzi, paroline e ora qualche frase
Due anni di canzoncine e balletti improvvisati, per voi e con voi.
Due anni di occhi spalancati, luccicanti al solo incrociare i miei.
Due anni di visetti curiosi e monelli in esplorazione.
Due anni di faccette buffe.
Due anni di giochi.
Due anni di unghiette da tagliare, cremine da spalmare.
Due anni di allegri bagnetti
Due anni di letture serali nel lettone.
Due anni ad ascoltarvi respirare al buio e a guardarvi dormire, sereni.
Due anni di corse sbilenche e piccole ferite per cui dispensare bacetti e caramelle.
Due anni con tre piccoletti pronti ad accogliermi quando esco e rientro.
Due anni con una tavola sempre rumorosa.
Due anni di cambiamenti e di crescita
Due anni di scoperte
Due anni di sguardi nuovi sul mondo, anche per me.
Due anni mai sola .
Due anni di fossette sui gomiti e sulle ginocchia. Di quelle che non vorresti sparissero mai.
Due anni di amore.

E non di un amore qualunque. Di quello folle, assurdo, assoluto, tenace e profondo.
Moltiplicato per due, più uno.

Buon compleanno, Orsetto e Principessa.


venerdì 12 aprile 2019

Le letture dei gemelli: Pimpa e storie cartonate di animali

Al nido di Orsetto e Principessa, per il progetto "Nati per leggere", ogni settimana hanno una mattinata dedicato alla lettura ad alta voce, al termine della quale i bambini scelgono un libro della biblioteca interna del nido da portare a casa, in una apposita cartellina con il loro nome e simbolo distintivo, per leggerlo con i genitori tutta la settimana e riportarlo alla successiva.

Capita che loro scelgano libri che già abbiamo e che amano, riconoscendoli, oppure che per settimane portino a casa lo stesso libro o diverse storie dello stesso personaggio. Il ricciolino era un affezionato della Pimpa, ad esempio.
Altre volte, per noi sono scoperte.


Tra gli altri, hanno avuto molto successo un libretto cartonato proprio della Pimpa, molto semplice, che fa giocare i bambini all'amato gioco del nascondino o "cucù", adatto secondo me già dai 18 mesi, con i consueti testi basici e colori brillanti e vivaci




e poi questo cartonato con due storielle di animali, una giraffa e due topoline gemelle, nel nostro caso in lingua francese (ma la collana esiste anche in italiano), brevi ma carine, con belle illustrazioni delicate.


Io mi sono commossa leggendo la seconda storia, perché descrive in poche parole una particolarità dei figli gemelli, ovvero la difficoltà di doversi dividere le attenzioni della mamma, aspettando il proprio turno e non potendo averne mai l'esclusiva a lungo, ma anche il divertimento e la sicurezza derivante dall'avere sempre un compagno di gioco e di vita accanto.
Un testo semplice ma pieno di poesia in questa sua semplicità, adatto ai bimbi dai due anni circa, come indicato anche sul libro.


Con questo post partecipo all'appuntamento con il venerdì del libro di Home Made Mamma.

mercoledì 23 gennaio 2019

19 mesi di voi

19 mesi fa, a quest'ora, ero in ospedale in attesa che mi comunicassero se avevano deciso di farvi nascere.
Faceva caldissimo ed io ero stremata e preoccupata, non per il parto ma per le vostre possibili condizioni di salute, mentre il papà era ancora a lavoro, all'estero.



18 mesi fa avrei voluto scrivere di voi, di come siete diventati, come feci ai 18 mesi del ricciolino.
La frenetica attesa del Natale, però, me lo ha impedito.
Poco importa, 18 o 19 mesi non fa molta differenza, non è neppure un compleanno.
Eppure ho voglia di scrivere di voi, perchè nei mesi trascorsi dal vostro arrivo è cambiato molto e voi siete cresciuti così tanto che sembra incredibile e sfogliando le foto dell'ultimo anno appena stampate stento a farmene una ragione.
E allora lo faccio oggi, che sono trascorsi 19 mesi da quando siete nati.
E io non voglio dimenticare nulla, di come siete adesso.

La nostra vita si è modificata di nuovo, non più come con l'arrivo del ricciolino, come scrissi, perchè alcuni cambiamenti si verificano solo con la prima maternità, che ti rivoluziona la vita in modo irreversibile, però comunque molto.
Perchè siete arrivati insieme, perchè c'era già il ricciolino, per il necessario trasloco, per la vostra lieve prematurità, perchè l'auto è diventata stretta, perchè essere in cinque non è come essere in tre.
Perchè ogni figlio è unico. 
Perchè mi avete dimostrato che è vero quel che si dice, che davvero "l'amore non si divide ma si moltiplica"
Perchè siete voi, un vulcano di energia e tenerezza.

E' finito  il tempo dell'allattamento, della sterilizzazione, dello svezzamento e delle culle. 
E' finito il tempo senza asilo nido e sono passati i primi mesi di adattamento post parto.
La fatica e la stanchezza ci sono ancora e so che rimarranno ancora a lungo.
Anche perchè due insieme non è come uno per volta, avere dei gemelli è  lavoro al quadrato, non doppio e non credete a chi afferma il contrario, senza averlo provato.
Però è anche vedervi crescere insieme, in parallelo.


Tu, la mia principessa, che parlotti velocissima, con un linguaggio tutto tuo, eppure hai una capacità espressiva non comune e riesci a farti capire da chiunque, tra mimica facciale e gestualità.
Tu, che sgridi i tuoi fratelli con tono materno, muovendo il ditino indice e ripetendo: "No no no!!" con la tua vocetta ben udibile.
Tu, che dispensi sorrisi ma sei più avara di risate di pancia.
Tu, che hai il senso del ritmo e balli felice ogni volta che senti una canzone.
Tu, che per le nonne e le nonne bis in particolare, nutri una adorazione ed una preferenza senza pari, seconda solo a quella che ha manifesti per il ricciolino.
Tu, che spesso ti siedi a "leggere" i tuoi libri sul tappetto, la poltroncina o il lettone, oppure ci prendi per mano, ci guidi al divano e ti presenti con un libro, per sfogliarlo con noi.
Tu, che sei curiosa e possessiva con le tue bambole e guai se il tuo fratellino le usa.
Tu, che pure ti preoccupi che il tuo fratellino abbia il cappello di lana in testa prima di uscire, che raccogli il suo doudou quando lo getta a terra, che gli fai le "care" sulla testolina e condividi i bicchieri d'acqua.
Tu, che più autonoma di tuo fratello ed affettuosa senza essere coccolona.
Tu, che ami farti stendere la cremina e ti accarezzi soddisfatta la pancina dopo mangiato.
Tu, che il cibo non basta mai e nulla può transitare sulla tavola o essere mangiato in tua presenza da chiunque senza che tu chieda di assaggiarlo.
Tu, che iniziato lo svezzamento e finito l'allattamento, di latte non ne hai più voluto sapere ma porgi a tuo fratello il suo biberon colmo tutte le sere, sapendo che lui lo adora.
Tu, che giochi con i bambini più grandi a semplici giochi di ruolo e rimani più alta e più pesante del tuo fratellino.
Tu, che non cammini ma corri sempre, come tuo fratello maggiore.
Tu, che non chiedi ma fai direttamente e dei divieti te ne infischi.
Tu, che hai un caratterino tutto pepe e allegria, i capelli che ti vanno negli occhi e la pelle delicata.
Tu, che i vestitini vanno bene solo se sono corti poco più di una maglietta, perchè non vuoi essere intralciata nei movimenti.
Tu, che hai il terrore dei cani e non capiamo perchè.
Tu, che in braccio resisti pochi secondi, perchè il moto perpetuo è la tua modalità di essere, eppure ti addormenti da sola di botto nel tuo lettino.
Tu, così inizialmente diffidente con gli estranei ma poi così fedele negli affetti.
Tu, che cerchi sempre i tuoi fratelli e non vuoi uscire di casa senza di loro.
Tu, che adori toglierti e metterti pantaloni, calze e pantofole e poi giri scalza.
Tu, che sei la mia principessa, così unica, così simile eppure così diversa dal ricciolino.



Tu, mio orsetto dolce, che passeresti le giornate in braccio e ti aggrappi a noi come un piccolo koala.
Tu, che sorridi poco ma scoppi spesso in risate di pancia, sonore e contagiose.
Tu, che sei un gran coccolone e pur di goedere di abbracci e carezze sei disposto a stare in braccio quasi a chiunque.
Tu, che quando vedi tua sorella ballare, ti muovi a ritmo e batti il piedino a terra.
Tu, che parlotti poco ma ti canticchi da solo.
Tu, che sei più piccolo e leggero di tua sorella ma forte come un torello.
Tu, che cammini piano ma non ti stanchi facilmente.
Tu, che cerchi sempre la tua sorellina e non vuoi andare da nessuna parte senza di lei.
Tu, che per tuo padre e tuo fratello nutri un'ammirazione senza pari.
Tu, che mangeresti sempre in braccio e solo dolci e latte.
Tu, che al biberon sera e mattina non rinunci mai.
Tu, che ci fai sudare per convincerti ad assaggiare qualcosa di nuovo perchè tutta la diffidenza che non hai con le persone la riversi invece nel cibo.
Tu, il re delle sceneggiate con pianti disperati, lacrime e rotolamenti a terra, senza alcun motivo.
Tu, che non sopporti la giacca, il cappello, le maglie, le calze, praticamente niente  e protesti ogni volta che ti lego al seggiolino.
Tu, che ronferesti per ore, se tua sorella non ti svegliasse appena possibile.
Tu, che ti ammali più facilmente di tua sorella ma sopporti stoicamente visite, esami e medicine.
Tu, che con il tuo viso angelico ed i tuoi occhi azzurri incanti tutti e poi combini marachelle di ogni tipo.
Tu, che colto sul fatto assumi un'espressione di innocente stupore e ti fingi indaffarato a tutt'altra occupazione che quella vietata.
Tu, che tocchi tutto e tutto osservi ma silenziosamente. 
Tu, che piangi e piagnucoli continuamente ma poi ti dimostri temerario e coraggioso.
Tu, che imiti il papà ed il fratellone con i tuoi martelli, metri e accessori da cucina, aiutato da tua sorella.
Tu, che hai un'ottima manualità fine e capisci tutto ma fai solo quello di vui hai davvero voglia in quel momento.
Tu, che indichi con il dito e vuoi un bacino per far passare il male, per smettere di piangere.
Tu, che subisci le angherie di tua sorella e degli altri bambini,  lasciando perdere e cambiando gioco o piangendo e cercando rifugio tra braccia adulte, eppure quando ti impunti davvero non c'è altrui determinazione che tenga.
Tu, che sei il mio piccolo koala, così unico, così simile eppure così diverso da tua sorella e da tuo fratello.



19 mesi di voi.







 

giovedì 12 luglio 2018

I primi sei mesi di nido dei gemelli: come una seconda casa!

Orsetto e Principessa hanno iniziato la loro avventura al nido a gennaio, a 6 mesi appena compiuti, 5 mesi “corretti” ( in base alla loro prematurita').


La scelta della struttura, tra due, è stata ardua: la prima, privata, era più vicina, comoda per la flessibilità di orari e di costi, dotata di spazi interni ed esterni ed arredi adeguati e le educatrici hanno fatto sia a me che all’Alpmarito un’ottima impressione.
In più, abbiamo raccolto in giro solo giudizi positivi.

La seconda era più lontana e con orari e chiusure fissi, essendo una struttura comunale.
Tuttavia era lo stesso asilo nido che aveva frequentato il ricciolino, con le stesse educatrici e lo stesso personale di cucina ed ausiliario.
Il nido in cui ci eravamo trovati così bene, apprezzando tutto, 
dalle giornate “a porte aperte ai genitori”, alle iniziative come i laboratori di riciclo (per creare cornici e scatole con materiale di recupero).


Amici fin dal nido.

Quello in cui il nano ha stretto amicizie che durano ancora, a distanza di cinque anni, nonostante le scuole poi frequentate siano state diverse.


Quello in cui abbiamo trovato persone speciali, stretto amicizie tra genitori e conosciuto educatrici appassionate, accoglienti, materne e competenti. Brave maestre e persone buone.
quando il ricciolino si "diplomo' " al nido!

Quello alle cui feste di fine anno, io ho sempre pianto di commozione 
e gratitudine, per il mio bimbo che cresceva e l’ambiente positivo in cui lo stava facendo.
Mentre accompagniamo i piccoli al nido, il ricciolino si gode il giardino della scuola!
Alla fine, ho deciso di pancia e di cuore, anche perché, mentre il ricciolino era entrato a quasi dieci mesi, i piccoli avrebbero iniziato ad appena sei mesi, cinque corretti, ovvero appena capaci di stare seduti ed a svezzamento appena cominciato.
I miei timori, perciò, erano molti e sentivo il bisogno di sapere che Orsetto è Principessa sarebbero stati accolti da persone con cui parlare liberamente di qualsiasi eventuale dubbio o difficoltà.

Ora, a distanza di sei mesi, posso confermare di essere molto soddisfatta dalla scelta!

Dopo una settimana di inserimento progressivo, i piccoli hanno iniziato a frequentare con regolarità, malattie a parte. Queste purtroppo non ci hanno mai dato tregua, forse per i pochi mesi dei gemelli, per la loro maggiore (relativa) fragilità, forse per l’inizio in pieno inverno e perché, comunque, erano sempre malanni moltiplicati per due. Non so.

Comunque, Orsetto e Principessa si sono adattati in fretta ai pasti a tavola, prima con pappine e ora, per la bimba, come i “grandi” (ovvero normale ma logicamente a pezzetti) ed alla routine del nido, senza particolari problemi di distacco (grazie anche all’età) o per fare la nanna. E si sono affezionati alle loro educatrici, con cui stanno molto volentieri.

Inizialmente sono rimasta un po’ delusa quando ho saputo che sarebbero stati inseriti in sezione diversa da quella che era stata del ricciolino, quindi senza la sua educatrice. 
Poi, però, mi sono ricreduta perché entrambe le educatrici (una per ciascuno, affinché i piccoli avessero una figura di riferimento esclusiva, senza doversela “dividere”), che comunque già avevo conosciuto ai tempi, sono bravissime e la diversità rende l’esperienza dei gemelli ancora più autentica, per me, aiutandomi a non fare paragoni.

Ci sono state le riunioni di spiegazione del programma, quelle di fine anno scolastico, con tanto di diapositive con le foto dei bimbi nei vari momenti della giornata, c’è stato il pomeriggio in cui noi genitori abbiamo potuto stare con i bimbi all’asilo per vederli interagire con i loro compagni e le educatrici e conoscerci fra adulti e c’è stata la festa di fine anno.

Bellissima!
Si è svolta in giardino e prima ci sono state delle piccole recite di educatrici e bambini dell’ultimo anno (“i grandi”!), con le orecchie da topino o vestiti da piccole pulci, con due filastrocche brevi e la messa in scena della storia di Cappuccetto Rosso, poi la consegna dei “diplomi” ai grandi e dei regali alle maestre, infine, verso le sei e mezza, la ricca merenda sinoira all’aperto, con pasta, gelato, frutta, affettati ecc.

Per i piccolissimi, come i miei gemelli, le educatrici hanno preparato un tavolino appartato con i seggioloni, la cucina ha preparato la minestra di verdure e fornito piattini e bicchieri con il beccuccio.
Inoltre, più volte mi hanno chiesto se avessi bisogno di aiuto per poter mangiare anche io (siamo andati solo io ed il ricciolino, poiché l’Alpmarito era via per lavoro).

Il ricciolino ha giocato con i suoi amici, che hanno i fratellini/sorelline che frequentano anche loro il nido, io ho chiacchierato con genitori ed educatrici ed il clima è stato festoso e, soprattutto, sereno e caldo.

Sono stata bene, siamo stati bene.

Come ho detto a maestre e direttrici, ringraziandole, grazie al loro impegno e all’armonia che sanno creare, entrando al nido mi sembra di portare i miei bimbi in un luogo che è come una seconda casa.

Tutto questo oltre al valore educativo che sono convinta abbia la frequenza del nido (così come una buona scuola materna): l’apprendimento che deriva dal contatto continuo con bimbi più grandicelli, la possibilità di giocare con i coetanei, l’abitudine a confrontarsi anche con i più piccoli, imparando ad avere riguardo per loro.
I lavoretti di riciclo creati al nido, quando lo frequentava il ricciolino


Purtroppo, infatti, se non si ha una famiglia allargata numerosa o tanti amici con figli con cui trascorrere il tempo regolarmente, è difficile che si possano offrire le stesse esperienze di socializzazione e confronto ai bimbi a casa, con nonni o baby sitter (questo senza nulla togliere a chi compie scelte diverse, poiché tutte che hanno lati positivi per genitori e bimbi) e ciò potrebbe mettere in difficolta piccoli già di loro più introversi o riflessivi.

E poi, vuoi mettere lasciare che i bimbi facciano spesso giochi creativi ed euristici con materiali più disperati e, quasi sempre, super sporchevoli, senza avere l’onere di inventarseli, organizzarli e ripulire tutto e tutti?!?!!!


mercoledì 18 aprile 2018

Gemelli? il valzer dei commenti

Sono mamma di due gemelli da poco più di nove mesi eppure già dalla gravidanza sono stata destinataria di commenti e domande di ogni tipo.
Non che non capiti alle altre donne incinte e neomamme ma, facendo il raffronto con la mia precedente maternità singola, mi sono accorta che, più figli si hanno (anche in successione, non per forza gemelli), più si è bersaglio della curiosità altrui.

Non parlo di parole gentili o domande ingenue, che con il senno di poi appaiano prive di senso anche a chi le pronuncia ma sono un modo gentile per attaccare bottone o dimostrare interessamento.
Anche io scherzavo con chi aveva un maschio ed una femmina, dicendo cose tipo: “Che bello, ora hai la coppietta!”, per poi pentirmi della mia affermazione priva di senso.
Oppure l’immancabile: “E’ bravo? Dorme di notte?” , per il quale non esiste risposta intelligente o ragionevole. 
Non mi risulta, infatti, che nascano neonati di indole “cattiva” che, per far dispetto ai genitori, mangiano troppo o troppo poco o li svegliano di notte e, soprattutto, con i bambini non c’e’ una routine del sommo duratura.
Questo tipo di commenti, comunque, mi pare innocuo.
Altri, invece, mi hanno infastidito, soprattutto perché ricevuti più volte.
Eccone una rassegna.

Durante la gravidanza:
-“Aspetti dei gemelli? Ah povera te! Anche una mia amica li ha avuti ed è distrutta, poverina, e’ una faticaccia!”
Della serie, grazie tante per l’incoraggiamento!
-“Aspetti dei gemelli? Meno male che non è successo a me, non sarei sopravvissuta/ sarei disperata!”
Eh quindi? Mors tua vita mea?!?
-“Gemelli? Dovrai fare il cesareo e ovviamente nasceranno prematuri e spesso hanno dei problemi perché troppo piccoli e….”
Riversare le tue ansie su qualcun altro, no, vero?!?
Comunque tranquilla, parto vaginale e bambini sani, seppur piccoli.
-“Gemelli? Oh povera, allora non potrai allattare!”
Magari neanche ci tengo e non mi pare una tragedia e comunque, chi la detto, scusa?
-“I gemelli proprio non mi piacciano.” 
Così, detto in modo perentorio e con faccia un po’ schifata.
Tranquilla, non sono mica tuoi/non sei tu ad aspettarli!
Commento ricevuto identico, da altra persona, anche dopo la nascita dei bambini, guardandoli.
-“Gemelli? Ma sei pronta? Perché sarà terribile, faticosissimo, non potrai più lavorare, uscire da sola, andare in bagno e costeranno tantissimo e…” altre 
previsioni catastrofiche del tipo.
Eh, in effetti è dura e la vita cambia, rispetto ad un solo figlio. 
Però non c’e’ bisogno di terrorizzarmi prima del tempo ne’ ci si può preparare alla vita da mamma di gemelli quindi…lasciami vivere serenamente inconsapevole! Perché vuoi farmi stare in ansia già prima?!?
-“Gemelli? Non è possibile, la pancia e’ troppo piccola. Sei sicura?” 
Hai ragione, meglio che cambi ginecologo. Mi faccio seguire da te?
-E il suo contrario (si sa, le dimensioni sono relative): “Gemelli? Ah ecco, con quella panciona per forza!”
In pratica mi stai dando della balena!? Grazie, eh!

Dopo la nascita.
-Guardando il passeggino doppio: “Ma sono fratelli?” 
Alla mia risposta affermativa, le varianti: “Ah, ma allora sono gemelli! Però non è possibile, mica sono uguali!” ; oppure l’ancor più arguto: “Ma sono entrambi suoi?”
Roba che non sai se spararle o sparire.
-“Che bello, dei gemelli!”, poi, un secondo dopo averli guardati bene, con il viso deluso: “Ah, sono diversi. Allora non sono gemelli, solo fratelli nati insieme!
Se lo dice lei…!
-“Gemelli? Ma avete fatto qualche cura?”
O la variante più scaltra, che però sotto intende lo stesso interrogativo: -“Gemelli? Ma avevate già gemelli in famiglia?”
Chiesto da perfetto sconosciuti o semplici conoscenti (perché se si trattasse di amici o parenti prossimi, non ci vedrei nulla di male).
Farsi i fatti propri? Ti aspetti davvero una risposta?
Un po' come se io ti chiedessi in che posizione hai concepito tuo figlio, quanto ci hai impiegato, con che frequenza avevi rapporti ecc., dopo averti incontrato per caso per strada o averti salutato qualche volta in giro.
Non è una questione un tantino personale?
Che poi ho capito, da queste simpatiche conversazioni, che chi lo chiede vuole solo una conferma che:
1.La gemellarita’ non è una malattia infettiva e dunque non toccherà anche a lui/ lei o ai propri figli (ovviamente partendo dal presupposto che sia un male);
2.avere due gemelli non è naturale. Perché la norma è un figlio solo per volta e le “povere sfigate” (secondo gli interlocutori, ovvio) che hanno gemelli se la sono cercata.
Beh, tranquilli, non è una malattia, non è infettiva e può essere sia una circostanza del tutto “spontanea”, anche se in famiglia non ci sono prossimi precedenti di gemelli (una prima volta dovrà ben esserci), sia frutto di stimolazioni ormonali.
Detto questo, non si capisce il motivo per cui dovrebbe importare a qualcuno o fare la differenza!!!
-“Per fortuna almeno una è femmina e non ti farà dannare/ rimarrà con te/ ti aiuterà”
E via con gli stereotipi, i pregiudizi e le preferenze di genere!
-“Gemelli? Va be’, dai, almeno in una volta sola ti sei tolta il pensiero!”
Scusa, il pensiero di cosa?!? Se ti riferisci al parto, ancora possa capire, altrimenti proprio no. 
E poi, detto così, suona come una specie di “contentino” di fronte ad una disgrazia. Ecco no, lasciamo perdere.
-“Gemelli? Allora non hai partorito naturalmente!”
Invece sì, ma anche se non fosse stato così, che cosa cambierebbe?
Ho per caso vinto qualcosa?!?
“Gemelli? Allora non hai allattato.”
Se lo dici tu…
Gemelli? Sarà dura ma almeno si faranno compagnia!”
Togliete “almeno” per favore, allora sì che accoglierò il commento con un sorriso!
-“Gemelli? Era il mio incubo, quando ho scoperto di essere incinta!” Oppure: - - “Gemelli? Ecco perché non voglio correre rischi con una seconda gravidanza!”
Sempre della serie: gemelli=disgrazia; mors tua vita mea.

E poi il terribile:
“Il lato positivo di avere dei gemelli è che almeno poi ti passa del tutto la voglia di avere altri figli”.
Commento mortificante, misogino e cattivello, oltre che falso.
Ho forse chiesto a te di mantenere i miei figli? Sto compiendo un crimine, mettendo al mondo dei bambini?
E soprattutto, cosa ti importa quanti figli ho o desidero?

La chicca, frutto di ignoranza pura: “Gemelli? Sono nati prematuri? Perché sai, i gemelli prematuri hanno tutti dei problemi mentali o di sviluppo!”

Alla mia rassicurazione circa lo stato di salute ottimo dei bambini e la spiegazione che la prematurita’ non comporta affatto automaticamente problemi: “Ah, adesso ti sembra così, ma non è detto, chissà quando cresceranno!”
Me ne sono andata prima di insultarla.

Infine, un commento che, ripetuto in più occasioni da una stessa persona, un giorno mi ha fatto proprio sbottare: “ Poverina, tre figli e due gemelli! E hai anche un lavoro! Sai che mi fai proprio pena, povera figliola, meno male che mia figlia non ha avuto gemelli e neanche io! È quasi una disgrazia. E adesso è nulla, vedrai come sarà difficile quando cresceranno!”
La terza volta che si è espressa in questo modo, le ho risposto che la sua esperienza, evidentemente negativa, non era affatto la regola.
Ora mi lascia in pace!

Che dite, bastano? Diciamo che con questo post mi sono un po’ sfogata di tutti i commenti discutibili che ho dovuto ascoltare!
So bene che, dal punto di vista di chi incontra una donna incinta o una neomamma, non è facile pensare a qualche parola o domanda intelligente.
Pero’ credo che a volte sarebbe meglio limitarsi ad apprezzamenti o congratulazioni, se ci si sente di farli, oppure ad un semplice ma efficace sorriso.