sabato 16 dicembre 2017

Le letture del ricciolino biondo: tra simpatici pirati, sostitute di Babbo Natale, mostri amanti della sporcizia, bambine geniali e ...topigli!

Il ricciolino sta crescendo e ora inizia a leggere qualche parole in stampatello.
Non abbiamo perso il gusto per le letture della buonanotte ma, ormai, accanto ai classici albi illustrati e qualche libretto "da piccoli" che continua ad adorare, il bimbo grande di casa pretende storie un po' più articolate.
Da qualche tempo, quindi, affianchiamo gli albi a letture più lunghe, divise "a puntate".
Ultimamente, le migliori sono state queste:

"Il pianeta dei topigli" di Renata Schiavo Campo, ed. Mondadori, collana "Libro per ragazzi".


Un libro un po' datato (1989), che è stata forse la mia prima lettura autonoma. E' consigliato dagli otto anni ma, se lo leggono mamma e papà, va bene anche prima.
La storia è particolarmente simpatica ed originale, ambientata in un pianeta acquistato da una coppia che, prima del trasferimento, ordina all'apposita " fabbrica" , degli animali da compagnia che creeranno non poco scompiglio, a causa delle condizioni ambientali del pianeta.
Tra l'altro, cibandosi dei buonissimi frutti - torta pasticcera che crescono spontanei nel luogo.
Chiamato a rimediare, l'aiutante inventore che sostituisce il capo in vacanza, combinerà un bel po' di pasticci, combinando specie animali tra loro senza mai chiedersi cosa ne pensino le povere bestie.
Per forutna, il capo inventore tornerà appena in tempo per rimediare, ricompensando gli sventurati proprietari del pianeta e salvando i malcapitati gatti "geneticamente modificati".

"Chi ha rubato la barba al pirata Barbagrossa? " di Bernhard Lasshan, ed. Piemme, Il battello a vapore, serie bianca, dai sei anni (malgrado purtroppo non sia in stampatello maiuscolo).




Carine le illustrazioni e diversa dalle solite questa storia di pirati bambini che ha subito attratto il ricciolino e che si può leggere sia in due sere, sia tutta d'un fiato.

"Matilde" di Roald Dahl


Ormai un classico, che non ha bisogno di presentazione!
Noi lo abbiamo letto in una collana creata in occasione del centenario dell'amore nascita dell'autore e, mentre per me è stato come ritrovare un piccolo gioiello, per il ricciolino è stato un innamoramento.
La storia gli è piaciuta tantissimo, perché si è immaginato in classe con Matilde, ha avuto paura della sadica direttrice come lei, si è dispiaciuto per la situazione famigliare della bambina e ha riso felice delle sue "vendette", soddisfatto del finale.

Infine, un romanzo di una trilogia conosciuta:
 "Inkiostrik, il mostro dello zainetto" di Ursel Sheffler, ed. Piemme, Il battello a vapore, serie azzurra, dai sette anni,



Un mostro amante della sporcizia che si nutre di inchiostro che, come "Matilde" , ci ha tenuto compagnia per diverse sere di seguito, portandoci con il suo amico vagabondo per città, campagna, circo e...prigione! Fino al successo del vagabondo come poeta ed alla sua conversione all'igiene e pulizia, non gradita dal piccolo Inkiostrik!

Visto il periodo, voi farti mancare un titolo natalizio? Certo che no!
E allora ecco:


"Mamma Natale" di Marco dI Tillo, ed. Mursia, collana "Il becco giallo"




Un libro illustrato di una serie che ho molto amato da bambina, per le vivaci illustrazioni colorate e, quando si trattava di classici, i sunti ben costruiti.
Anche questo titolo ci ha soddisfatto, con una storia divertente da leggere tutta d'un fiato: Babbo Natale ha la febbre alta proprio la sera della Vigilia ed il medico gli vieta di uscire. Come salvare il Natale? Ecco che Babbo decide di chiedere aiuto alla sorella.
Peccato che Mamma Natale viva in un'isola tropicale, odii il freddo, i vestiti pesanti e soprattutto...i camini sporchi!
Alla fine, comunque, con l'aiuto della renna Camilla e di un amico inventore, riuscirà a portare a termine con successo la sua missione e rendere felici tutti i bambini del mondo!
Con questo post partecipo, con qualche ora di ritardo, all'appuntamento del venerdì del libro di Paola.


mercoledì 13 dicembre 2017

Ricapitolando. Ovvero, pezzi di vita.

Il tempo scorre troppo in fretta, anche se a momenti sembra non passare mai.
Non riesco ad annotare quanto vorrei la vita che vivo.
Eppure c'è.

Nell'ultimo mese, giorno più, giorno meno:

- il ricciolino ha messo per la prima volta i pattini da ghiaccio.
Dopo due ore di pattinaggio entusiastico (paura e difficoltà zero), è caduto di faccia, battendo il naso.
Abbiamo terminato la serata al pronto soccorso, per fortuna senza alcuna conseguenza.
E poi ha pattinato di nuovo e io con lui (no, non sono mai caduta, però di paura ne avevo!);

- Orsetto ha iniziato lo svezzamento, perchè di pianti, rigurgiti e sua sofferenza, ne avevo abbastanza.
Pappa lattea, frutta, qualche passato con farine ecc. e, a seguire, comunque il biberon.
Bene, non benissimo ma meglio di prima.
In teoria avrebbe iniziato anche Principessa ma a parte sputacchiamenti e facce schifate, non abbiamo portato a casa nulla. Quindi per ora continua con il biberon e pace;

- abbiamo festeggiato il compleanno del ricciolino, quest'anno solo con nonni, zii e cugini, come da sua espressa richiesta. E' stato bello ritrovarsi e fare insieme le torte. Ora però basta fino a Natale!

- sono stata alla riunione del nido, ho iscritto i piccoli e concordato la data dell'inserimento.
Poco più di sei mesi e si inizierà, a breve.
Io non sono pronta, per nulla. Loro, al solito, saranno più bravi di me.
Comunque sia, sono emozioni forti;

- sono stata a teatro con il ricciolino, una cara amica e la sua bimba. Abbiamo visto Pinocchio, a breve assisteremo ad uno spettacolo natalizio. Attori bravissimi, bellissimo uscire soli io ed il ricciolino, ancora di più avere anche un appuntamento fisso con la mia amica e vedere i nostri bimbi incantati dallo spettacolo. E lo devo a lei, che mi ha avvisato in tempo (e si è pure fatta da sola la lunga coda per gli abbonamenti).

- abbiamo addobato la casa a festa. 
La nuova casa, per il suo primo Natale con noi.
Poi ha anche nevicato e reso tutto più magico (e più scomodo).
E niente, anche queste sono emozioni;

- il portafogli perso è stato ritrovato. Troppo tardi per evitare di rifare tutto ma tant'è. Era nell'ovetto di Principessa. Dentro la fodera, sotto il sedere. Roba che se lei non ci avessse rigurgitato sopra costringendomi a smontarlo interamente e il ricciolino non ne avesse approfittato per usarlo come dondolo per improvvisate montagne russe, non sarebbe mai uscito;

- pure la gattina, scappata dopo il trasloco, c'è. Solo che gira nei dintorni, risponde miagolando alle chiamate, qualche volte si fa accarezzare, mangia il cibo lasciato fuori dalla porta ma stop. Non entra, graffia se presa in braccio, si inselvatichisce ogni giorno di più. Però sta bene e questo attenuta il dispiacere.

- ho affrontato i primi colloqui con le maestre alla scuola elementare. Seduta davanti ad un banchetto, con tre maestre dietro ad una fila di banchi uniti a guardarmi. Quasi mi sentivo sotto inquisizione, riportata di botto indietro nel tempo.
E' andata bene, il ricciolino è vivace ma bravo. Io, comunque, non avevo dubbi in proposito;

- andiamo regolarmente in palestra ad arrampicare e qualche soddisfazione c'è anche per me. Il mal di schiena, però, è tutt'altro che un ricordo. Temo mi perseguiterà ancora per molti mesi;

- abbiamo trascorso tre giorni interi a montare mobili. Potrebbero rilasciarci un diploma in materia, ormai. Sono venuti bene, quasi tutti. Ora lo spazio e i contenitori ci sono, non resta che svuotare scatoloni e mettere ordine. Quando, non si sa.

Che altro?
Ah sì, ho finalmente il mio piano e quindi ho ricominciato a suonare.
Gioia pura, anche se, dopo tanto tempo, è un pò come ricominciare da capo.

Quanto ai miei bimbi (tutti e tre), a volte urlo, mi dispero e mi sento esaurita.
Poi uno di loro mi sorride.
E passa, ovvio, cosa lo dico a fare?
Alcuni la chiamano "tenerezza", io penso che sia una vera e propria arma segreta di cui la natura ha dotato i cuccioli di ogni specie.

Nel frattempo, casa nostra è sempre un porto di mare, riempita ad ondate di parenti, amici, conoscenti. Feste, pizzate, cene, merende. Quasi sempre improvvisate. Ogni occasione è buona e, per quanto a volte sia faticoso, ci piace proprio così.

E a voi? Come va la vita? Cosa mi sono persa, frequentando poco il web?

venerdì 1 dicembre 2017

Le letture di Mamma Avvocato: "Il giudice delle donne", "Le mamme ribelli non hanno paura", Breve storia di due amiche per sempre"

Ultimamente, pur non avendo smesso di leggere, trovo difficile riuscire anche a scrivere.
Oggi rimedio, almeno in parte, parlandovi di tre romanzi.

“Il giudice delle donne” di Maria Rosa Cutrufelli,
Ed. Frassinelli, pag. 252, marzo 2016



Un romanzo che racconta, con attenzione alla verità, un periodo importante della storia italiana, un tassello poco noto del cammino per l’emancipazione e l’eguaglianza delle donne: il riconoscimento del diritto di voto.

Siamo ai primi del ‘900, in un paesino dell’Emilia Romagna. Un gruppo di maestre, capitanate dalla moglie del sindaco, decide di iscriversi nelle liste elettorali del Comune, consapevoli di scatenare un contenzioso ma decise a provocare il mondo politico ed ottenere l’attenzione della stampa nazionale.
E’ lo stesso periodo e quasi lo stesso ambiente in cui si muove la ciclista Alfonsina Strada, di cui ho parlato nel mio ultimo venerdì del libro.
Il clima sociale e’ ostile al voto alle donne ed ai “poveri”, i pregiudizi sono pesantissimi e alle donne si prospetta ancora solo una scelta limitata tra matrimonio, istituzioni religiose e istruzione, ma qualcosa sta cambiando.

Non tutta l’opinione pubblica, ormai, è contraria e anche nella magistratura vi sono persone illuminate, pronte ad assumere decisioni impopolari.
Anche perché il testo di legge si presta.
Un libro che è un romanzo scorrevole, in cui si intrecciano politica, scene familiari ed amore, ma dalla cui lettura si apprende anche molto.

Assolutamente consigliato.

“Le mamme ribelli non hanno paura” di Giada Sundas, 

ed. Garzanti, 2017, pag. 198.


“Un giorno qualcuno ti domanderà se, secondo te, fa bene a mettere al mondo un bambino, e tu dovrai spiegarle che ci sono troppe ragioni per non diventare madre e troppe poche per diventarlo, così dovrai tirare fuori tutta la razionalità che hai per convincerla che non fa bene, ma ne vale la pena.” (Pag. 189).

Un romanzo sulle mamma moderne, disposte ad ammettere i sacrifici e le fatiche della loro condizione, senza paura di apparire snaturate, pronte a mostrare debolezze e fragilità, accanto all’amore per i loro figli.
A dire il vero, ormai è un filone che conta numerosi romanzi che si somigliano un po’ tutti però, devo ammetterlo, leggerli è divertente, a tratti commovente e quasi  terapeutico.
La scrittura, in questo caso, è pure scorrevole e ironica.
L’autrice narra episodi della sua gravidanza e della prima infanzia della figlia e, soprattutto, i suoi pensieri sulla maternità, il tutto sotto forma di racconto alla figlia stessa.
Perfetto per mamme che hanno voglia di non sentirsi sole nella loro normalità e…di farsi sane risate, annuendo poi con gli occhi lucidi dinnanzi ad alcune riflessioni più serie.
Peraltro, questo libro secondo me mostra un aspetto spesso sottovalutato: l’importanza dei padri. Non tanto per il neonato, quanto per la neomamma.
Vi si coglie, infatti, tutto l’amore della scrittrice per il marito e la volontà di fornire alla propria figlia un modello di coppia sano, basato sul reciproco rispetto.

Unico appunto: il titolo.
Davvero non ho capito a cosa si riferisse: l’autrice non mi pare una ribelle, ne’ il suo essere madre mi sembra diverso da quello di molte altre donne che conosco e/o che scrivono sul web, ne’ capisco il riferimento alla paura.
Comunque, non e poi così importante.
Il libro mi è stato consigliato da Mamma Piky, che dunque ringrazio!

“Un giorno io non ci sarò più e tu rimpiangerai quei momenti che non hai saputo apprezzare con me, così come io rimpiangerò quelli che non sono riuscita ad apprezzare con il giorno che te ne sarai andata.
La verità è che ho passato molto tempo ad aspettare che passasse.
La vita da genitori è fatta di fasi che trascorriamo cercando di farci coraggio sapendo che passeranno.
Passerà, è solo il primo mese.
Passerà, sono solo i dentini.
Passerà, deve solo farsi le difese immunitarie.
Passerà, prima o poi dormirà tutta la notte.
E mentre aspetto che passi, passano anche quei momenti meravigliosi che rimpiangerai guardandoti indietro.” (Pag. 183)

“Breve storia di due amiche per sempre” di Francesca del Rosso, pag. 177

Ho letto questo romanzo dopo la recensione di Mimma e, per quanto non mi abbia entusiasmata, non mi è neppure dispiaciuto perché mi ha fatto pensare all’importanza delle amicizie, anche a distanza di anni.
Mi sono sentita fortunata ad avere una amica vicina, che ho ritrovato dopo qualche anno, e ho un po’ fatto pace con i miei ricordi in merito ad un’altra, che mi aveva lasciato l’amaro in bocca.



Con questo post partecipo all’appuntamento del Venerdì del Libro.