venerdì 21 agosto 2015

Quando "la tata ci ripensa"

"La tata ci ripensa" di Emma McLaughlin e Nicola Kraus, ed. Rizzoli, 2010, Euro 19,50, pag. 375

Dalle autrici del "Diario di una tata", che purtroppo io non ho ancora letto, di cui costituisce un seguito ideale ma comunque autonomo, un romanzo che racconta la vita "famigliare" dei ricchi americani, tra scuole private costosissime ed esclusive, shopping, apparenza, grandi attici e operazioni finanziarie, dove i figli servono a sfoggiare vestiti abbinati o uguali a quelli dei genitori nelle occasioni mondane, vengono cresciuti dalle tate, riempiti di oggetti e possibilità, possibilmente concepiti in uteri in affitto o comunque con la procreazione assistita, per non rovinare la linea delle madri o non costringerli a "lavorare" per ottenerli.
Tutto, purché non intralcino la vita dei genitori, purché questi ultimi non debbano pensare a loro.
Che stiano bene oppure no, pare essere completamente indifferente.
E l'amore? Non esiste o, almeno, non quello genitori- figli che concepiamo noi!
A dare affetto ai due figli della coppia protagonista, e' solo la tata, Nan Hutchinson, detta Nanny, che
giovanissima era stata incaricata di badare a loro e poi scacciata in malo modo, senza poter neppure
spiegare al primogenito, (ancora figlio unico), le motivazioni del suo licenziamento.

Nan non ha mai dimenticato quel bambino, così benestante eppure così trascurato, ed il senso di colpa per averlo lasciato e' di ostacolo al desiderio di maternità, che invece suo marito manifesta apertamente.
All'improvviso, però, Nan si troverà a fare i conti con il passato, a decidere se e quanto aiutare il suo ex pupillo e il fratellino ad affrontare la loro madre e i rancori e le incomprensioni di 10 anni prima.
Scoprirà così che nulla è cambiato, che quell'ambiente sociale così freddo e insensibile, eppure, per certi versi, così attraente,  non ha fatto che peggiorare e non pensa affatto al bene dei bambini.
In un susseguirsi senza sosta di colpi di scena, scoperte ed avvenimenti, in una girandola di personaggi ed incontri, Nan finirà per pacificarsi con il bimbo affidato alle sue cure, ormai ragazzo, e comprendere, insieme a lui, ciò che veramente e' importante e cosa desidera dalla vita.
Un libro che diverte, appassiona e fa riflettere, sia sul potere del denaro, sia sulla maternità, che sulla scuola ed il benessere degli studenti, non sempre al primo posto nelle scelte didattiche e politiche.

Perché se è verosomile anche solo la metà degli episodi raccontati, pur nella loro evidente (spero) esagerazione, allora non si può che capire il perché del suicidio e disagio di molti "figli d'arte" e del degrado di una parte della nostra società.
Un libro divertente, appassionante, profondo, che a tratti vi angoscerà e vi farà intenerire, sempre vi farà ringraziare di essere diverse dalle donne descritte nel libro.

Consigliato, anche perché dopo la sua lettura, vi sentirete delle ottime madri, garantito!!
Con questo post partecipo, come di consueto, al Venerdì del Libro di Paola.

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