sabato 22 febbraio 2014

Aspettando la battaglia

E' di nuovo ora, finalmente.
E' di nuovo Carnevale.

Ho sempre amato questa festa, perchè nella mia cittadina si festeggia in modo molto particolare.

Perchè quando ero bambina e poi studentessa, il Carnevale era gioco, amici, spensieratezza, scherzi, era avere il permesso di fare tardi, stare in giro tutto il giorno.
All'Università, studiavo come una matta a dicembre e gennaio per dare tutti gli esami della sessione prima di Carnevale e potermelo godere.
Durante la pratica, odiavo il fatto di dover lavorare almeno il mattino, invece di dedicare tutto il giorno alla festa.
Perchè dura poco ma sono giorni intensi.
Ora c'è il nano e tutto deve esser rivisto e calibrato sui sui ritmi. Però il Carnevale, almeno in parte, voglio continuare a godermelo.

Ne ho parlato molto lo scorso anno, raccontando con scatti rubati nel mezzo della battaglia e delle emozioni, la magica follia che coglie gli eporediesi in quei giorni così speciali.


Ho parlato delle due domeniche che precedono l'inizio della battaglia, 



 con le Alzate degli Abbà, piccoli priori delle Parrocchie cittadine,i pifferi ed i tamburi, da sempre colonna sonora del Carnevale, http://www.mammavvocato.blogspot.it/2013/02/domenicaaria-di-carnevale.html

 Ho parlato della festa dei bambini, nel giovedì tutto dedicato a loro, tra i colori delle bandiere, i coriandoli, i pifferi ed i cavalli:

 Ho parlato della presentazione della Vezzosa Mugnaia e della battaglia:



 E della nostalgia che mi prende quando tutto finisce e rimane un tappeto di arance e quell'odore forte a dirti che non è stato un sogno.





Visto che la legge di Murphy è, appunto, legge e non si smentisce mai, sia io che il nano ci siamo ammalati e rantoliamo, tra antibiotici, cortisone, aereosol, tachipirina, stanchezza e lavoro arretrato, quindi domani non potremmo essere in piazza nella penultima domenica di Carnevale.

Domenica scorsa, però, la festa era già incominciata, la città riscaldata da colori e suoni,
e noi eravamo lì, in prima fila, con un'amica speciale ancora più innamorata di me di questa festa popolare.




 e ci saremo anche la prossima settimana, questo è sicuro!


Qualche informazione
Lo Storico Carnevale di Ivrea quest'anno entra nel vivo la sera di sabato 1 marzo e si conclude la sera di martedì 4 marzo.
Il giovedì grasso, invece (27 febbraio 2014) sarà dedicato alla festa in piazza dei bambini.
Dopo l'enorme successo riscosso dall'area per il tiro delle arance dei bambini, ideata dai Tichini del Borghetto (la mia squadra!!!), quest'anno anche altre squadre si sono attrezzate: sarà quindi possibile far tirare i bimbi, domenica, lunedì e martedì pomeriggio, in Borghetto, verso Piazza Lamarmora, tra Piazza Freguglia ed il Rondolino ed in Via Palestro, di fronte a Santa Marta.
Apposite aree sono dedicate ai più piccini, per cambio e allattamento, trovate qui tutte le informazioni: http://www.storicocarnevaleivrea.it/?page_id=3284
Il bello del Carnevale di Ivrea è assistere da vicino alla battaglia, se non parteciparvi,periò, se volte girare per le zone di tiro, lasciate a casa i passeggini, con i quali è quasi impossibile passare, visto lo strato di arance e la quantità di gente. Meglio portare i bimbi piccoli in braccio o nel marsupio, davanti, perchè dovrete proteggerli con il braccio da eventuali arance volanti.
E se volete uscirne illesi (o almeno evitare di trasformarvi in bersaglio), non dimenticate di indossare il cappello frigio, come questo, in vendita in numerosi banchetti in città

Non un cappello rosso qualunque o una fascia, non basta.
E' un simbolo importante, rispettatelo, per favore.

venerdì 21 febbraio 2014

Un "non consiglio"

Questo venerdì ho deciso di darvi uno "non consiglio", anziché un consiglio di lettura.
Perché il tempo per leggere e' sempre troppo poco per sprecarlo, perché sono malata e sommersa dalle scadenze, con un nano altrettanto malato e allora forse mi sento un po' bastian contraria...comunque.
"Quell'attimo di felicità" di Federico Moccia

"Tre metri sopra il cielo" mi era piaciuto, forse perché ero più giovane, un po' più vicina come età ai protagonisti. Forse perché mi aveva mostrato una realtà che non conoscevo, così diversa dalla mia, provinciale che più provinciale non si può.
Forse perché l'idea del ragazzo, in apparenza "bello e dannato" ma in fondo dal cuore d'oro, mi ha sempre attirato.
Forse e' che, anche se non riconoscevo nulla della me ragazza nella protagonista, quell'innamoramento assoluto, totale, da adolescente, quelle emozioni che ti sembra non abbia mai provato nessun altro prima, quel legame forte con le amiche, quel dolore e quella delusione che ti sembrano immensi e quando cresci scopri che erano lievi, rispetto alla realtà della vita adulta, ma comunque vivi, veri, sinceri..tutto quello lo ricordavo bene.
Non mi era dispiaciuto neanche il seguito, che avevo comunque letto piacevolmente.
Questo romanzo, invece, non mi ha colpito.
Si legge tranquillamente, per carità, e' scorrevole ma anche un po' scontato, come una storia già letta e riletta, un finale affrettato che non mi ha detto nulla di particolare, tanti frasi fatte,
emozioni che forse, semplicemente, non sono più le mie.
Il linguaggio alla "romanaccia", poi, mi ha un po' stufato, si sente già troppo in tv, e l'insistenza sulla cucina, ogni due pagine un piatto "buonissimo", superlativo, unico, ovviamente consumato in un ristorante che "e' il migliore", unico, superlativo......tutto secondo me un po' esagerato.
Una lettura di evasione forse più adatta agli adolescenti che a persone più mature.


mercoledì 19 febbraio 2014

Sciopero

Sono in sciopero.
Non come mamma, come avvocato. Siamo in sciopero.
Il che non vuol dire che non lavoriamo, ma solo che non teniamo udienza.
Il che non significa che non ci andiamo, non siamo mica dipendenti pubblici che scioperano standosene a casa, spesso di venerdì (e non mi interessa se dicendolo mi faccio dei nemici): noi andiamo lo stesso davanti al giudice e dichiariamo che ci asteniamo.
Tre giorni di astensione per ora, troppo pochi, inutili in fondo.
Perché non ci sono orecchie per sentire, la' in quel di Roma.
Non ci sono orecchie per sentire e abili penne, la' nella redazione dei giornali, negli studi dei Tg.
O forse c'è solo una programmata sordità, che fa comodo ai soliti noti, che aiuta a captare un consenso popolare che non capisco come trovino.
E non importa se non lo leggera' nessuno, ma io oggi voglio dirla forte e chiara la ragione per cui aderisco a questo sciopero: perché la giustizia non può essere un lusso per ricchi, per chi ha tempo e soldi.
Perché la giustizia richiede giudici che facciano i giudici e non i politici e che siano in numero congruo, cancellieri che abbiano voglia di lavorare, ne abbiano le capacità e siano posti in grado di farlo.
Invece i giudici, almeno nella mia realtà, sono pochi, i cancellieri non sempre volenterosi, l'orario di apertura al pubblico degli uffici e' ridicolo, i costi della giustizia sono assurdi e continuano ad aumentare.
E noi avvocati?
Hanno abrogato le tariffe professionali, che già non erano legge assoluta ma servivano almeno da riferimento, in nome di un distorto concetto di concorrenza...così ora il cliente che va dall'avvocato non ha idea di cosa aspettarsi, l'avvocato che ha "un nome" può chiedere cifre esorbitanti, gli altri fanno la fame pur di accaparrarsi i clienti rimanenti.Hanno aumentato i costi delle "tasse" e delle marche da bollo, ancora, ancora.
Per dire: la marca da 8 euro che si apponeva per iniziare una causa, anche da 1100 euro, per dire, da gennaio 2014, grazie a Letta, e' 27 Euro. Bisogna poi aggiungere il c.d. Contributo unificato, da 37 euro, 85, 206 e così via...in base al valore della causa ma con range da 5200 a 25000.. Ragionevoli, vero?
E poi ogni copia autentica, e ne servono molte, costa almeno 10,62 di marca, più le fotocopie, che paghiamo noi avvocati. E così via. Pure la tassa di registro, che si paga quando si ottiene un titolo giudiziario (il titolo, non il risultato, attenzione), e' aumentata ( e si parte da minimo 200 euro).
Hanno introdotto il telematico. Immaginate chi paga i programmi? Ciascun avvocato se li compra ovvio, ma devono essere quelli che ha deciso il Ministero, ovvio.
E per ora e ancora per molto, comunque in Tribunale ci devi andare materialmente lo stesso, perche mica e' tutto telematico, fossimo matti, sarebbe troppo bello.
Questi costi impoveriscono noi, ma anche i clienti o consumatori. Si riflettono su di loro, almeno in parte, impoveriscono il livello dell'offerta professionale, impoveriscono gli avvocati ed i consumatori.
Quindi lo Stato, perché se non guadagni non paghi le tasse.
Bisogna ridurre i tempi della giustizia? La soluzione non è assumere più giudici o farli lavorare più ore, no certo, sarebbe un costo per lo stato, e' inventarsi la mediazione obbligatoria, un passaggio in più che porta a nulla ma fa spendere altri soldi ai cittadini e perdere tempo; e' diminuire i termini processuali e non importa se servono per consentire al cliente di concordare una linea di difesa, all'avvocato di scrivere gli atti e di organizzarsi; e' inventarsi improbabili "processi di cognizione sommaria" a cui seguono conversioni del rito e appelli ed allora tanto valeva fare un processo come si deve fin dall'inizio.
Mediazione, peraltro, già precedentemente dichiarata incostituzionale dalla Consulta.
Per non parlare della previsione del pagamento di ulteriori tasse o contributi per poter leggere la motivazione della sentenza (così i giudici possono evitare di scriverla se non c'è richiesta), il che mi pare a dir poco assurdo.
Questa non è efficienza, questa e' una presa per il sedere.
E così via, in un crescendo di "riforme" (riforme?) piene di bachi e buchi.
Per non parlare dell'ultima novità: la riduzione ad un terzo del compenso "normale", già ridotto per effetto della sopracitata abrogazione delle tariffe forensi e adozione di una tabella ministeriale dei compensi che li ha decurtati a prescindere (perché noi il tariffario non possiamo averlo, il ministero si', ovviamente), per gli avvocati che prestano l'attività per clienti che si avvalgono del "patrocinio a spese dello Stato", nel giudizio civile, anche detto "gratuito patrocinio".
Quindi: se il tuo reddito e' basso, lo Stato ti paga l'avvocato ma te lo paga un terzo di quello che prenderebbe normalmente e dopo anni (ovvio, no? Se fossimo noi a pagare IMU, IVA e IRPEF dopo anni?) e un non semplice percorso di controllo burocratico.
Immaginate come avrà voglia di lavorare bene, quell'avvocato?
E siccome non si è obbligati ad iscriversi nelle liste del patrocinio a spese dello Stato, immaginate chi avrà voglia di iscriversi o restarci? Facile: chi non trova clienti o chi e' troppo giovane per averne abbastanza di suo, chi deve fare esperienza, chi è svantaggiato perché giovane e magari pure donna e mamma...
Non è questa la giustizia in cui credo.
Non si possono risolvere i problemi ostacolando l'accesso alla giustizia, rendendolo sempre più oneroso in termini di tempo e costi.
Sappiatelo, almeno, e se avete tempo, fatevi una veloce ricerca su Internet per capire le ragioni di questa astensione.

lunedì 17 febbraio 2014

Di allergie e di avversione verso vegetariani e incoerenti.

Ho già accennato alle mie allergie che, ahimè, coprono tutto l'anno solare.
Perché sono allergica a quasi tutte le fioriture della mia zona, anzi del Nord Italia, ai peli degli animali, alla polvere, al nichel e molto altro.
E soffro di SOA, Sindrome Orale Allergica, una forma di allergia combinata tra alimenti e fioriture, che riguarda tutta la frutta e le verdure, passando per le erbe aromatiche.
In pratica, non so mai quale frutta o verdura, rigorosamente cotta, potrò mangiare senza stare male, veramente male.
So cosa devo evitare, quasi tutto ciò che rientra nelle sopra citate categorie, ma ogni giorno e' una scommessa, spess un'amara scoperta.
Per fortuna non ho mai avuto reazioni da shock anafilattico. Però non è che avere l'orticaria, il naso che cola e gli occhi che bruciano tutto l'anno sia bello. Neppure avere le labbra che si gonfiano, la gola che si stringe e sentire "la fame d'aria" oppure avere d'improvviso tutti i sintomi di una gastroenterite, che non passano con nessun farmaco.
Perché succede questo, se sgarro, consapevolmente (raro) o no.
Una allergia così, soprattutto se fino ai 25 anni o giù di li ne avevo solo vagamente i sintomi e mangiavi di tutto, e' penalizzante, tanto.
Non ho più voglia di uscire a cena: al ristorante passo per rompiballe, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, digiuno o sto male, perché camerieri e cuochi pensano che siano solo fisime o "un'altra di quelle alternative come vanno di moda adesso" o non considerano che nei preparati che usano c'è sempre, sempre, il pomodoro, anche poco e basta pochissimo.
Niente menù fissi, quindi, niente piatti stuzzicanti.
Se invio a cena amici o parenti, spesso cucino per loro ma non posso mangiare ciò che ho preparato e in più sto male nel prepararlo. Se no si devono accontentare e non è sempre facile. Idem per la famiglia (infatti il nano e l'Alpmarito ne pagano le conseguenze, pur se cerco di offrire loro, almeno qualche volta, ciò che io non posso consumare - per fortuna l'Alpmarito si arrangia e il nano pranza al nido).
Se mi invitano a cena, sono in imbarazzo. Perché mi hanno insegnato che si fa onore alla tavola che gli altri hanno preparato per te, che si assaggia tutto, che si finisce ciò che si ha nel piatto. Perché mangiare ciò che ti preparano e' il minimo riconoscimento che si possa offrire a chi si è dato tanto da fare per te.
Io invece, dovrei fare un elenco interminabile di cibi vietati, sapendo che getterei la padrona / il padrone di casa nella disperazione: provate voi a cucinare senza frutta, verdura ed erbe aromatiche!
Se non dico nulla, invece, non mangio quasi nulla, mi sento maleducata e li vedo dispiaciuti ed imbarazzati più di me.
Vivendo in un paese in cui per cultura e tradizione ci si incontra e ci si da appuntamento quasi sempre a tavola, non è affatto facile.
Viaggiare, soprattutto all'estero, e' diventato un problema: vado avanti a toast e panini prosciutto e formaggio, se ci sono. Così mi perdo spesso quella che è una delle gioie dello scoprire paesi e culture diversi dalla nostra: assaggiarne i sapori.
Leggo con invidia di innumerevoli diete estive e vorrei strozzare tutti quegli esperti che consigliano "una dieta sana ed equilibrata con tanta frutta e verdura"...certo facile, no?!
Aborro ristoranti, alberghi, spiagge, che espongono l'insegna: "qui gli animali sono i benvenuti".
Mi verrebbe da aggiungere: gli esseri umani allergici no, vero? Se questa non è discriminazione!
A volte mi sembra che ci si preoccupi più per gli animali che per le discriminazioni razziali o di sesso o di handicap.
Lo stesso dicasi per i treni, dove a volte sei costretto a convivere con gli animali, oltre che con persone che non si lavano e con la onnipresente polvere.
Capisco e condivido, in parte, gli animalisti ed i vegetariani (i vegani non tanto, ma ammetto di non aver mai avuto modo di parlare approfonditamente delle ragioni con uno di loro, quindi magari la mia e' solo ignoranza): anche io non voglio che gli animali vengano maltrattati, anzi, odio chi lo fa e credo che dovrebbe essere punito (le leggi ci sono ma non c'è nessuno che le fa rispettare, come al solito) anche io non ritengo giusto sfruttare gli animali con allevamenti intensivi, anche io cerco di scegliere consapevolmente dove e cosa comprare.
Però mi rifiuto di invitare a cena chi "no io per principio non mangio carne" ma neppure formaggio, uova o altri prodotti animali, senza aver nessun problema di salute e magari e' pure a dieta e quindi niente pasta o pizza.
Chi protesta al ristorante perché "ma questo posto e' scandaloso, non c'è neppure un menù vegetariano!", chi chiede "insalata fresca" nei rifugi di montagna, chi pretende di portarsi cane e gatto ovunque e lo fa mangiare sotto la sua tavola nei luoghi pubblici o sedere sui sedili nei mezzi pubblici.
Chi dice che dimagrire e' facile...basta mangiare tanta frutta e verdura! Che poi, avete mai visto una mucca magra????!!!!
Anche chi "io non mangio animali!" e poi, con il massimo della coerenza, indossa capi in pelle (e se ne frega di capire da dove arriva quella pelle e come sono le condizioni di lavoro in una conceria, soprattutto in certi paesi) e pelliccie o piumini in piuma d'oca, adora i maglioni di lana (e non si chiede come e in che condizioni vengano tosate le pecore), tiene cani di media o grossa stazza in un appartamento, facendo fare loro il giro del vicinato. Sul cemento in città, come massimo dell'esercizio fisico e così via.
A pensarci bene, detesto solo i vegetariani / vegani rompiscatole ed incoerenti, che non si rendono conto della gran fortuna che hanno a poter scegliere e non hanno abbastanza tatto o educazione da capire la differenza tra una scelta e una malattia.
Gli altri ( c'è ne sono anche di quelli che non sono così, lo so), in fondo li invidio.
Perché io la pizza margherita, i mandarini succosi ed un bel piatto di pasta al pomodoro,la torta di mele, lo strudel ecc., quanto li vorrei mangiare ancora!!!!

sabato 15 febbraio 2014

I giochi di un duenne

Da quando è nato il nano, la nostra casa si è inesorabilmente riempita di giochi.
Dopo più di due anni, sento ancora un tuffo al cuore ogni volta che entrò in casa e vedo giochi e libri per bambini ovunque, io che adoravo e adoro l'ordine.
I giochi, però hanno portato con loro anche colori vivaci e allegria ed e' un piacere per i miei occhi!
All'inizio, confesso che ero molto felice quando portavano in regalo al nano nuovi oggetti ludici, perché confesso che dopo un po' mi annoiavo a morte ad intrattenerlo sempre con lo stesso orsetto o lo stesso sonaglino o i soliti quattro cubi: al punto che ero io per prima a farmi tentare e comprargli qualche cosa, con la scusa di "stimolarlo".
Poi e' arrivato il suo primo compleanno ed un mese dopo il suo secondo (al primo aveva solo un mese e mezzo) Natale ed è iniziata l'invasione.
Quest'anno e' andata meglio, siamo riusciti ad indirizzare un po' di più Babbo Natale sulla strada giusta.
E allora quali sono i giochi preferiti del nano ora e i nostri? Ci tengo a scriverli, perché un domani potrebbe essere bello ricordare e poi, chissà, magari sarò d'aiuto a qualche non genitore alla ricerca di ispirazione per il dono giusto da portare a piccoli amici!
I puzzle, anche se semplici, per ora, che compone e ricompone.
Una idea in più sono i libri puzzle come questo apprezzatissimo!
Il mitico, intramontabile lego, senza alcun dubbio. Ora in versione Duplo, ci passiamo le ore, lui e noi ed è sempre divertente. So che in commercio esistono pezzi compatibili che costano molto meno ma non li ho mai provati, per ora.
Il classico (ed ecologico) trenino di legno, che il nano letteralmente adora!
Questa dolcissima renna con i semini di lavanda, che si scalda al microonde o in forno.
L'altrettanto classico pongo, che non ha bisogno di presentazioni e che mi sono ripromessa, prima o poi, di fare in casa.
Il Trattore, grande amore del nano, anche in versione con i pedali da giardino.
Trapano e attrezzi da lavoro in genere con escavatore da svitare. Ne abbiamo di stoffa morbida, di plastica, di legno.
Qui c'è anche la trottolina in latta, che suona quando fila veloce, come quelle di una volta!
E poi carretto, rigorosamente di legno (si è capito che preferisco di gran lunga i giochi in legno e cerco di tenere la plastica il più lontano possibile da casa?!?) e tanti pezzi da costruzione di legno (anche di questi, ne abbiamo molti).... Il carretto e' arrivato un anno fa e non è ancora andato in pensione, anche se sta distruggendo i nostri mobili e ha rigato il pavimento...quasi come i cavalcabili (uno a casa nostra, uno dalla nonna), usati daino e mesi a...quando smetterà? Per ora, non c'è traccia di noia!
Quando era più piccino, ma anche adesso, giocava anche tanto con i cubi da impilare, con o senza simpatici animaletti.

Il pirata e la paperella (anche per loro, i mobili ringraziano, eh!)
E poi spade, gli animali della fattoria (anche quelli un classico che non necessita di presentazione o foto) e tanti, tanti bellissimi libri.
Strumenti musicali, perché non è mai troppo presto per iniziare a suonare, come per leggere!
Per finire? Elicotteri e aerei di tutti i tipi, macchinine e pastelli per disegnare!
E a casa vostra? Quali giochi vanno per la maggiore?
P.s. Questo post non è sponsorizzato. Tutti giochi sono stati acquistati da noi, alcuni a caro prezzo, regalato da amici o parenti o portati dalla Befana o da Babbo Natale!

venerdì 14 febbraio 2014

Un colpo all'altezza del cuore" e una dittatura annunciata

"Un colpa all'altezza del cuore" di Margherita Oggero

Leggo sempre con piacere i romanzi della Oggero, un po' perché ambientati a Torino e/ o nella cintura torinese, cosicché posso ricordare luoghi e immaginare il modo di vestirsi, parlare, muoversi dei torinesi, le loro abitudine, il clima "che è proprio quello li'", sentendomi dentro al romanzo, un po' perché sono gialli/ polizieschi con pochi morti e nessun dettaglio macabro, che io proprio non amo.
E poi mi piace l'introspezione dei personaggi, la "normalità" dell'insegnante investigatrice Camilla Baudino e del commissario, la verosimiglianza delle loro vite.
Questo libro e' uno degli ultimi usciti (se non l'ultimo anno 2012) e riprende proprio la serie dedicata a Camilla ed al commissario.
Entrambi in crisi sentimentale, entrambi non ancora pronti per passare ad un "noi", la loro affettuosa amicizia fa da sfondo a due delitti apparentemente lontani che però non possono non intrecciarsi, uno a Chivasso, uno a Torino, in pieno centro.
Così il libro, all'inizio, corre su due binari: a Torino, la professoressa e l'amico ispettore, a Chivasso, una sorta di coprotagonista, la dottoressa Francesca Gariglio, ed altri investigatori. Sarà l'amicizia tra Francesca e Camilla ha unire indagini e vicende.
Non svelo di più.per nono rovinare la lettura.
Non mi è piaciuto quanto i precedenti della serie dedicati a Camilla e non mi ha convinto del tutto, forse anche perché letto subito dopo "La verità sul caso Harry Quebert" di cui ho parlato lo scorso venerdì e che mi aveva entusiasmato veramente molto, però lo consiglio, soprattutto a chi ha già letto i precedenti (altrimenti iniziate dal primo) e/o ama Torino o ci vive, perché ben scritto come sempre e piacevole.
Con questo post, partecipo al consueto appuntamento settimanale: il Venerdì del Libro di Home Made mamma (www.homemademamma.com).

Nel frattempo, non posso che piangere perchè le notizie politiche che leggo questa mattina non lasciano spazio a dubbi: questa è una DITTATURA, del c.d. "Presidente della Repubblica" in primis, di tutta la calsse politica poi.
Ed il fatto che siano in tanti, troppi, a sedere in quelle aule, non significa che non lo sia.
Fino a ieri pensavo che fossero da ammirare quelli che restavano in Italia, invece di farsi tentare dall'estero per poi dire che al di là dal confine è tutto più bello, pulito, ordinato e bla bla bla...ora sto perdendo le speranze e vorrei non fare questo lavoro e poter fuggire.










mercoledì 12 febbraio 2014

Un premio dal web molto gradito.

E' con grande piacere che ricevo questo premio, anche perchè "consegnatomi" da una nuova conoscenza virtuale, un'altra "amica blogger", amante delle lingue e mamma di due orsette: Mamma Orsa Curiosona ( il nome che ha scelto per il suo diario on line mi piace da impazzire!).

Le regole del gioco sono queste:
A) elencare 7 cose di me
B) elencare 15 blog a cui donare a mia volta  il premio
C) avvisare i suddetti premiati
D) ringraziare il blogger che mi ha premiato
E) inserire bannerino

Lettere D) ed E) già spuntate, ora passo alle altre ma riducendo il numero dei premiati ...altrimenti non arrivo a casa per cena! Spero che Mamma Orsa mi perdonerà.

7 cose di me, vediamo:
- amo scrivere, infatti ho un blog e scrivo per lavoro, anche se in "linguaggio forense"
- adoro il giallo,
- se vedo indumenti o oggetti gialli tendo a comprarli anche se non ne ho alcun bisogno e pur sapendo che il colorante usato per tingere di giallo è super inquinante...è più forte di me,
- salvo quanto sopra ed i libri, compro poco, anche perchè
- la mia attuale casa è piccolina e già invasa dai giochi del nano
- a volte faccio tardi in ufficio o la sera per leggere i tanti blog interessanti in rete e poi mi prendo una sgridata dall'Alpmarito
- mi piace nuotare, sciare e arrampicare.

Chi premio?
1) ilmiosuperpapa', perchè il suo punto di vista maschile in un mondo di blog di mamme mi piace molto, come le sue sempre argute riflessioni
2) theyummymom, perchè dopo la sua ultima "avventura" come mamma (sopravvivere un quasi soffocamento.), la stimo ancora di più e voglio ringraziarla per il video postato;
3) silvia di meduepuntozero perchè scrive bene e perchè la sua lettera ad un papa che lavora troppo è spettacolare, come pure la sua onestà nel post NON dedicato all'Expo Game,
4) gio alias mamma dilettante, perchè i suoi post sono sempre sinceri, commuoventi o interessanti
5) Lizzie perchè sento affinità e so che per qualche giorno avrà molto tempo libero per i blog (anche se non se lo augurava!)
6) verdeacqua, perchè le sue foto e suoi titoli sono splendidi.

E poi, ne avrei troppi di belli per elencarli tutti...sorry, sarà per un'altra occasione!

Ora tocca ia premiati, se ne hanno voglia, scegliere altri blogger e rispettare, a modo loro, le regole!

lunedì 10 febbraio 2014

Vorrei...perché tu.

Ascolto il tuo respiro regolare nel silenzio del mattino.
Mi alzo e vengo a vederti dormire nel tuo lettino, scoperto come al solito, con il visino rilassato e le braccia allungate sopra la testolina, i riccioli biondi sparsi sul cuscino.
Ti copro e torno a letto. 
E penso.
Penso a ieri, a come ci siamo divertiti a giocare con la neve.

 
 
Penso a te, a me, a noi tre.

Vorrei essere una madre migliore per te, che sei un bambino buono, intelligente ed obbediente e per questo forse mi sono abituata a pretendere troppo da te, a vederti più grande.
Vorrei urlare meno, perdere meno la pazienza, non minacciarti mai, non "ricattarti" mai.
Vorrei  sgridarti di meno e con toni più pacati.
Vorrei giocare di più con te, coccolarti di più, senza fretta e senza pensieri.
Vorrei assecondarti di più, invece di incastrare gli impegni e cercare di rendere interessanti ai tuoi occhi le commissioni ed i doveri di ogni giorno.

Perché tu,
tu che hai tolto il pannolino in due settimane e lo hai deciso da solo,
tu, che a due anni e tre mesi parli come un bambino grande, 
tu che ti arrampichi ovunque e lo vedo che sali e scendi con le posizioni giuste da scalatore, 
tu che mi aiuti a riordinare i giocattoli, 
tu, che ti diverti a contare le mollette per stendere e me le passi orgoglioso, 
tu che adori fare la spesa con il carrellino, 
tu, che ti metti i muffins al cioccolato nel carrello e quando ti si dice che no, oggi non è Natale o il tuo compleanno, non si comprano giochi, non insisti mai, 
tu che ti metti e togli i pantaloni da solo, 
tu che vedi le briciole per terra e corri a prendere la tua scopina per pulire, 
tu che adori aiutarci a cucinare e lo fai meglio di me, 
tu che ci saluti dicendo " vai piano in macchina, guida con due mani", 
tu che dici "grassie" e "per piacere" sempre,
tu che controlli che la micia abbia sempre da mangiare e la rimpinzi, 
tu che chiedi "posso?" prima di fare ciac ciac nelle pozzanghere, 
tu che mi sgridi se non rimango sul marciapiedi
tu che riconosci i modelli di auto meglio di me e ti diverti a trovarne di uguali a quelle delle persone che conosci, 
tu che ci imiti in tutto e ieri mi hai detto: "Uffi, che stress!"
tu che sorridi e illumini le mie giornate, 
tu che quando non siamo insieme mi manchi da morire e quando lo siamo mi stanchi peggio che lo sci alpinismo al termine di una giornata di lavoro...


tu meriteresti il meglio di me, sempre.
 vorrei essere sempre al meglio, per te, cucciolo mio.
 


P.s. Se fossi più grande, appena sveglio ti direi tutto questo abbracciandoti forte forte o forse te lo scriverei.
Se lo facessi ora, dopo un po' ti divincoleresti irrequieto e mi chiederesti il perché di queste lacrime.
Perché si piange anche per troppo amore ed è una cosa bella, ma è difficile spiegartelo, ancora.
E allora lo scrivo qui e spero che un giorno lo leggerai e capirai quanto la tua mamma ti vuole bene!

venerdì 7 febbraio 2014

Un bambino, un padre, El Diaol

"La pelle dell'orso" di Matteo Righetto

Un romanzo breve (160 pagg.), intenso, commovente.

La caccia ad un orso, raccontata con toni aspri ed epici, che è la storia di un sofferto riscatto, la magia della vita nei boschi, pochi personaggi che toccano il cuore.

Un bambino di dodici anni solo, che quando finalmente scoprirà suo padre e riuscirà a capirlo, sarà tragicamente costretto a diventare adulto. Un padre troppo segnato dalla vita e dalla perdita della moglie per trovare le parole ma che non ha mai smesso d'amare, in silenzio, suo figlio.

Ciò che mi è piaciuto di più di questo libro, forse, e' che e' ambientato in un paese di montagna di 50 anni fa, anche se tra le Dolomiti e non sulle Alpi, ma è lo stesso.

Perché lo stile di vita, i bambini costretti a crescere in fretta, il problema dell'abuso di alcool, ma anche l'importanza della scuola, il senso della comunità (qui "nemica"), il rapporto simbiotico con la natura, in tutte le sue sfaccettature, le difficoltà e le fortune di vivere in ambienti per certi versi estremi, sono le stesse che raccontano gli anziani "di montagna" che conosco.

E poi quel senso di esclusione che si può vivere solo in comunità piccole e isolate, in cui o sei del paese o non sei nessuno o peggio, sei lo straniero, anche se magari vivi li' da due generazioni,la cattiveria che nasce dalla paura del diverso, il desiderio di apertura e la voglia di vivere di un bambino come tanti.

E sullo sfondo, la tragedia della diga del Vajont, un disastro ambientale annunciato e sempre, tragicamente attuale.

Ad ascoltare i Tg di questi giorni, infatti, sembrerebbe che in Italia non sia cambiato niente, da allora, non in termini di prevenzione, calcolo dei rischi, edificazione "responsabile".

Unico neo: la prosa a volte un po' faticosa per la presenza di molti vocaboli dialettali, non comprensibili ai più, che comunque hanno il loro perché.

Non e' un capolavoro di stile, certo, ma io lo consiglio!

 

Con questo post partecipo al Venerdì del Libro di Home Made Mamma, www.homemademamma.com

 

mercoledì 5 febbraio 2014

Bergamo e tante emozioni

Qualche fine settimana fa siamo stati a fare una gita fuori porta, coniugando necessità e piacere.
Abbiamo così avuto l'occasione di vedere per la prima volta Bergamo, il lago d'Iseo ed i suoi dintorni ma, soprattutto, di conoscere una di quelle che ormai considero vere e proprie amiche virtuali, Francesca e la sua famiglia.
Questo post è dedicato a loro, perchè mi hanno regalato un'esperienza nuova e un'emozione antica, quel senso di caldo tepore dello stare con persone da cui non ti senti giudicata.
E' passato quasi un mese, ma va bene così. Perchè a volte le esperienze vanno fatte decantare, come il buon vino.

Non è stato facile organizzarsi ma grazie alla disponibilità di Francesca e suo marito ci siamo riusciti e ne è valsa davvero la pena.
A volte la logistica e la stanchezza cronica mi ferma ma quando trovo il coraggio di fare, organizzare, andare comunque, ne vale sempre la pena.

Confesso che ero molto emozionata e nervosa, temevo di essere una delusione per Francesca, temevo di non riconoscerla, di non riuscire a trovare, dal vivo, quel feeling che ho trovato tra le righe dei nostri blog.
Temevo imbarazzo

Invece.
Non so se li ho delusi o se, semplicemnte, si aspettavano persone diverse.
So, però, che per me è filato tutto liscio come l'olio.
Dopo poche parole, mi è sembrato di conoscerli già bene, avevo solo voglia di chiaccherare, sapere, condividere, stare insieme.
E quella sintonia ho continuato a sentirla, non c'era più imbarazzo o timore, solo il tranquillo piacere di stare lì, a parlare.

Loro sono stati squisiti, ci hanno mostrato una Bergamo che non ci aspettavamo (Francesca, hai la stoffa del Cicerone, lo sai, vero?) , hanno scombussolato i loro programmi per stare con noi, ci hanno persino scattato una foto di  famiglia (ahimè rare, perchè non è bello fermare sconosciuti per strada in ogni dove e costringerli ad aiutarti) e io e l'Alpmarito ci siamo divertiti molto.

C'era una nebbia a tratti bassa e fitta che lottava con l'azzurro del cielo e un'aria non troppo fredda.




C'era gente, casino e rumore ed una città dal volto antico, che ho fotografato poco e guardato molto.


C'erano due nani con la voglia di stare in braccio che si sono comportati benissimo, sia nel ristorante che fuori.
C'era una Francesca elegante, dolce e attenta ed una Mamma Avvocato sportiva e un pò trascurata (come al solito nel weekend) e un pò timida.
C'erano i giardini, le strade acciottolate ed i sorrisi.



C'erano i mariti, uno alto alto (il suo) e uno decisamente più bassino (il mio), che mi pare se la siano intesa a meraviglia.
C'era la domenica ed un tempo come sospeso nell'attimo.
C'era questa "città alta", raggiunta con un "trenino" che è piaciuto moltissimo al nano.

 E ora, sul nostro frigo, c'è anche un piccolo, graditissimo, ricordo "materiale".